Da 2000 a 2.500 euro al chilo, con punte di 3.000 per le pezzature più grandi: il tartufo bianco delle Crete Senesi ha esordito, nella mostra di San Giovanni d’Asso (domani e il 20 e 21 novembre) con queste quotazioni, ricalcando sostanzialmente i prezzi 2003. I tartufai senesi ha messo in mostra una ricca gamma di “pezzi” trovati negli scorsi giorni nei fossi della provincia. Una “cerca” discreta, quella degli ultimi giorni, tale da scongiurare previsioni di prezzi più elevati, in considerazione della buonissima qualità media di quanto sinora rinvenuto. L’esemplare più grande, 1 etto e 58 grammi, è stato esposto nel chiostro del Castello di San Giovanni al prezzo di 474 euro. In mattinata il deputato della Commissione Agricoltura Claudio Franci aveva espresso “fiducia” per la conclusione in tempi brevi dell’iter per l’approvazione della nuova legge quadro sul tartufo: “siamo riusciti a trovare una larga maggioranza sul principio per il quale chi acquista per vendere deve dichiarare l’origine del tubero. Andando così nella direzione della tracciabilità”.
La curiosità - Aperto il primo museo italiano sul tartufo
Da oggi in Italia anche il tartufo ha il suo museo. Il professor Gianfranco Molteni, coordinatore scientifico del Museo di San Giovanni d’Asso, ne ha sottolineato la funzione: “non si punta a conservare il tartufo, che sarebbe impresa velleitaria; qui si vuole valorizzarlo, assieme a tutto l’habitat sia naturale che sociale che gli sta intorno”. E’ questo dunque il filo logico del percorso espositivo, capace di approfondire il ruolo del pregiato tubero nella mitologia, di analizzare il rapporto tra uomo e cane che ne permette la “cerca”, e di sviluppare le conoscenze sull’ecosistema naturale che ne facilita la nascita. Si parte dalla sezione in cui filmati rievocano la funzione esoterica del tartufo, secondo antiche leggende originato da un fulmine; si prosegue con una lunga serie di esperienze sensoriali. Già oggi i primi visitatori sono stati coinvolti a riconoscere il tubero: con il tatto indagando in alcuni orci, con l’udito distinguendo i passi del cane da ‘cerca’ o il rumore del vanghetto, con il gusto attraverso piccoli assaggi. E poi con l’olfatto in mezzo ad altri odori: è il cosiddetto “odorama”, vera giostra degli odori senza precedenti nel suo genere.
La consistenza della realizzazione inaugurata oggi a San Giovanni d’Asso è ben rappresentata dal tuber gigante, realizzato a dimensione d’uomo (scala 1:25, diametro 2,4 m.), grazie al quale il pubblico può simulare un'immersione guidata all’interno del suo organismo. Un oculato uso della tecnologia vivacizza anche il mini-anfiteatro, dal quale è possibile assistere ad immagini recuperabili con un apposito motore di ricerca multimediale. Primo in Italia, realizzato con la collaborazione di Provincia di Siena e Regione Toscana e del Centro Nazionale Studi sul tartufo di Alba (Cuneo), il Museo del Tartufo è stato reso possibile in particolare grazie alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, il cui finanziamento ha permesso anche così di aggiungere un nuovo tassello alla rete della Fondazione Musei Senesi.
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