Entro il 2005 il fatturato dei prodotti alimentari italiani a denominazione di origine passerà dagli attuali 7,6 miliardi a 12,1 miliardi di euro. A metterlo in luce è una indagine di Nomisma, resa nota dalla Coldiretti, secondo la quale l'alimentare nazionale punta decisamente verso la qualità certificata. Si tratta di un aumento che coinvolgerà anche le esportazioni dei prodotti a denominazione di origine, dalle quali deriva circa il 20% del fatturato.
L'Italia ha già conquistato con 132 prodotti il primato europeo dei prodotti che possono fregiarsi del marchio a denominazione di origine (Dop o Igp). Guidano la classifica italiana i prodotti ortofrutticoli (38), seguiti da formaggi e oli d'oliva con ben 30 prodotti riconosciuti, dai prodotti a base di carne (26), ai quali seguono i prodotti da panetteria (3), gli aceti (2), due prodotti di carne e frattaglie fresche ed una essenza.
Il valore al consumo dei prodotti a denominazione di origine nazionali è pari a 7,6 miliardi di euro (1,5 miliardi le esportazioni) dei quali 4,3 miliardi per i formaggi (500 milioni le esportazioni), 2,8 miliardi per salumi e prosciutti (618 milioni le esportazioni), 75 milioni per l'ortofrutta (13 milioni le esportazioni), 46 milioni per gli oli di oliva (19 milioni le esportazioni) e 370 milioni per gli altri prodotti (232 milioni) le esportazioni.
Il dibattito sulle nuove tendenze dell'alimentazione saranno al centro anche del terzo Furum internazionale dell'alimentazione che si aprirà domani a Cernobbio (Como), al quale prenderanno parte anche il presidente della Commisione Europea Romano Prodi, il Commissario dell'Unione Europea all'Agricoltura Franz Fischler ed il ministro delle Politiche Agricole Gianni Alemanno.
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