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VINO E TERRITORI

Prosecco Doc: tengono consumi in Italia e nel mondo nonostante il Covid, e si guarda al futuro

Stefano Zanette: “dati in linea con le previsioni. Vendemmia in commercio dal 1 gennaio successivo per dare stabilità ai valori, e arriva il Rosè”
PROSECCO DOC, STEFANO ZANETTE, vino, Italia
Il presidente del Consorzio del Prosecco Doc, Stefano Zanette

Locomotiva dell’export del vino italiano negli ultimi anni, tra le poche denominazioni che sembrano più forti anche della tempesta Covid, la Doc Prosecco, realtà divisa tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, che fa girare 500 milioni di bottiglie ogni anno tra Italia e resto del mondo, programma il suo futuro prossimo, anche in questa fase difficilissima. Tra consumi che, nonostante l’impatto del Coronavirus, hanno tenuto tanto in Italia che nel mondo, almeno fino ad oggi, la tipologia Rosè ufficialmente approvata e pronta ad arrivare sul mercato nel 2021, insieme alla produzione 2020, di cui si è deciso di posticipare l’ingresso sul mercato a partire proprio dal primo gennaio del nuovo anno, e non prima, come avvenuto fino ad oggi, non tanto per problemi legati al volume dei consumi, quanto per dare una maggiore stabilità ai valori della materia prima. Come spiega a WineNews il presidente del Consorzio del Prosecco Doc, Stefano Zanette: “quella di rinviare l’ingresso sul mercato della produzione al 1 gennaio successivo alla vendemmia era un’idea che già stavamo portando avanti a livello di modifica del disciplinare, poi la crisi complessiva imposta dal Covid ci ha fatto scegliere una strada diversa da un punto di vista normativo, perchè così diventa un provvedimento legato all’emergenza su cui basta il via libera della Regioni, quindi Veneto e Friuli Venezia Giulia, e così abbiamo fatto per snellire l’iter per quest’anno, ma andremo poi comunque avanti su questa strada. Non è un misura legata a problemi di mercato, ma pensata per dare stabilità soprattutto ai valori della materia prima, che soprattutto nelle fasi che precedono la vendemmia può subire oscillazioni verso il basso perchè magari alcuni hanno bisogno di fare spazio in cantina, ed è su questo che siamo voluti intervenire. Non abbiamo problemi di giacenze come denominazione. Anche negli scenari più pessimisti che vengono previsti, contiamo che la produzione 2019 sarà comunque consumata nell’anno. Ed interverremo anche sullo stoccaggio dell’annata, prevedendo di poter bloccare fino al 20% della resa massima, che, da disciplinare, è di 180 quintali di uva per ettaro. Una misura flessibile questa, comunque, che potremmo rivedere al ribasso qualora se ne presentasse l’opportunità”.
Ma mentre gran parte del mondo produttivo invoca misure come vendemmia verde e distillazione di crisi, si guarda anche oltre, spiega Zanette. “Queste sono misure che il vino deve prendere in considerazione, ma non credo che relativamente alla nostra denominazione ne avremo un grande bisogno. Per esempio, avevamo già deciso di usare i superi di campagna non più per produrre vino da tavola, e verranno destinati alla produzione di mosti, di succhi d’uva, alla distillazione o alla produzione di aceto. Riteniamo che andare a sgravare in modo importante quel segmento del mondo del vino che ruota intorno ai vini generici o ai vini da tavola, aiuterà anche il consumo del prodotto a denominazione, che è quello che dobbiamo tutelare.
Poi di certo, in alcuni casi, distillazione e vendemmia verde alleggeriranno il sistema produttivo nel complesso, con alcuni operatori che devono anche pensare a come fare spazio in cantina. Ma ancora più fondamentali, secondo me, per ripartire, saranno i fondi per la promozione che dovranno essere messi a disposizioni di Consorzi ed aziende, e questo vale per tutto il settore. Sarà fondamentale spenderli bene, per agganciare la ripresa”.
Intanto, però, come detto, i dati disponibili fino ad oggi hanno detto che il Prosecco, nonostante il lockdown in Italia ed in tanti Paesi del mondo che ha fermato l’Horeca, hanno retto, un po’ ovunque. “Dobbiamo capire cosa succederà da ora in avanti - commenta Zanette - ma i dati ad oggi ci dicono che i volumi tengono, e sono in linea con le nostre previsioni. Poi se ci sarà una leggera flessione credo che sia fisiologica alla situazione. Se a fine anno fossimo sui livelli del 2019 o poco sotto, sarebbe un grande risultato visto il contesto. In generale, c’è stata un po’ di compensazione nel consumo tra il calo dell’Horeca e l’aumento delle vendite in grande distribuzione, in Italia e all’estero, e questo ha fatto si che per ora le ripercussioni che anche noi stessi temevamo non si siano sentite in maniera troppo forte. E questo ci fa guardare avanti con un certo ottimismo, sperando che pian piano che i locali riaprono, in Italia e all’estero, le cose migliorino”.
Tra le novità per la denominazione c’è l’arrivo della tipologia Rosè, anche questa da gennaio 2021, dopo il via libera ufficiale. Una versione di Prosecco che ha già destato grande interesse, che vedrà il Pinot Nero aggiungersi alla Glera in misura compresa tra il 10% ed il 15%, solo in versione millesimata. “Il segmento del rosè vive un grande interesse in generale, ce lo dicono tanti studi e ricerche, ma anche le nostre aziende, che registrano una grande attesa per l’arrivo del Prosecco Rosè. Ed il fatto che questa novità arrivi proprio in una congiuntura così difficile è un segnale positivo, che ci darà un nuovo vento in poppa dopo un po’ di bonaccia”, conclude Zanette.

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