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SCONTRO

Prosek, la campana della Croazia: è un vino prodotto sotto questo nome da centinaia di anni

Sulla querelle tra il vino dalmata ed il Prosecco, la Ministra dell’Agricoltura croata, Marija Vuĉković: “non è una copia delle bollicine italiane”

Il Prosecco ha tempo fino alla fine di novembre per disinnescare la grana Prosek, il vino croato che tre settimane fa ha visto pubblicare sulla Gazzetta della Commissione Agricoltura della Ue la domanda di protezione della menzione tradizionale (non della denominazione, è sempre bene ricordarlo, ndr) “Prosek”. Ancora un mese e poco più, per le bollicine venete e friulane - che generano un volume di affari pari a 2 miliardi di euro - per presentare un’obiezione motivata che la Commissione analizzerà prima di adottare una decisione finale. Il fronte italiano è compatto e vasto, parte dalla politica locale, con il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia in primissima fila e arriva fino al Parlamento Ue, con il il Coordinatore S&D Commissione Agricoltura Paolo De Castro, passando per il Ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli, convinti che il termine “Prosek” non possa trovare riconoscimento in una logica di rafforzamento del sistema delle Dop e Igp, di cui ovviamente le tre denominazioni del Prosecco sono attori di primissimo piano.
Dalla sua, la Croazia, ha la forza di una produzione che risale a secoli fa. Come ha ricordato la Ministra dell’Agricoltura croata, Marija Vuĉković, “esiste un profondo radicamento sia della denominazione, che del tipo e della tecnologia di produzione del Prosek nella Croazia meridionale. Non possiamo dunque accettare la posizione che si tratti di una copia del nome Prosecco, sapendo che questo vino viene prodotto sotto questo nome nei nostri territori da centinaia di anni. La Croazia ritiene di aver soddisfatto tutte le condizioni per l’approvazione della domanda, e credo che lo dimostreremo”.
Come ricorda il Ministero dell’Agricoltura croato, “il Prosek - ricorda la Ministra del Governo di Zagabria - è un termine tradizionale le cui prime menzioni risalgono al 1774, per un vino da dessert che viene prodotto nell’area a Denominazione di origine protetta che comprende la Dalmazia settentrionale, la Dalmazia centrale e meridionale, Zagora dalmata e Dingac. Sono 30 i produttori impegnati nella produzione del Prosek in Croazia, che viene prodotto in piccolissime quantità di circa 20 ettolitri all’anno (neanche 3.000 bottiglie, ndr) ed è quasi interamente venduto sul mercato nazionale. La Croazia - aggiunge ancora il Ministero dell’Agricoltura di Zagabria - aveva avanzato la domanda di riconoscimento della menzione tradizionale del Prosek, insieme a una serie di altri prodotti, ma vista l’eccezionale complessità tecnica della preparazione di alcune domande, il processo è stato temporaneamente sospeso, inteso che le medesime domande potevano essere nuovamente avanzate in seguito alla piena adesione della Croazia alla Ue”. Esattamente ciò che poi il Governo di Zagabria ha deciso di fare, legittimamente, ma in evidente contrasto con la tutela di una delle denominazioni simbolo del made in Italy nel mondo.

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