Un fatturato totale di 700 miliardi di euro, ovvero il 15% dell’economia nazionale complessiva, che conferma l’agroalimentare come uno dei settori-cardine dell’Italia, nel quale l’agricoltura e l’industria alimentare e delle bevande rappresentano il 40% del valore totale. In un 2024 complesso, segnato da tensioni geopolitiche, fragilità delle catene logistiche, volatilità dei mercati e sfide ambientali, ma che ha fatto registrare anche il record in materia di export, che per la prima volta ha superato la soglia dei 68,5 miliardi di euro (+8,7%) riportando in positivo il saldo della bilancia agroalimentare, e dove il solo made in Italy pesa per il 73,6% delle esportazioni nazionali, trainato da vino, olio, formaggi e dolciari. E dove l’Unione Europea è il primo partner commerciale (vale il 58,3% dell’export), mentre fuori dal Vecchio Continente sono gli Stati Uniti il primo mercato di sbocco, con un peso dell’11,5% nel 2024. In Asia tra il 2018 e il 2024 si sono verificati incrementi significativi del valore delle esportazioni agroalimentari verso alcuni mercati come Corea del Sud, India, Arabia Saudita e Vietnam, mentre nell’Area mediterranea nordafricana e asiatica i principali mercati sono stati Israele e Turchia, con incrementi significativi nello stesso periodo verso Turchia, Marocco e Algeria. Sono i numeri raccolti dall’Annuario dell’Agricoltura Italiana 2024, edizione n. 78, il documento sullo stato dell’arte del settore agroalimentare in Italia, realizzato dal Crea e presentato, ieri, a Roma.
“L’Annuario dell’Agricoltura Italiana offre da 78 anni una fotografia completa ed approfondita del nostro sistema agroalimentare, intercettandone le evoluzioni e interpretandone fenomeni e dinamiche, dal livello regionale al contesto globale, in una prospettiva di ampio respiro - ha detto il presidente Crea Andrea Rocchi - anche nel 2024, l’agroalimentare italiano ha raggiunto numeri importanti, con un peso del 15% sull’economia nazionale e un export da record. Si è dimostrato resiliente, sostenendo la crescita dell’intero sistema agroalimentare, nonostante tensioni geopolitiche, criticità logistiche e sfide ambientali. Le opportunità offerte dal Pnrr e dalla Pac 2023-2027 rappresentano leve fondamentali per rafforzare le filiere e modernizzare il tessuto produttivo. Continua il nostro impegno come Crea a fianco del settore per renderlo più competitivo, sostenibile e con standard qualitativi sempre più elevati”.
Guardando agli altri dati, il documento spiega che nel 2024 sono cresciuti sia la produzione agricola (+2,5% ) sia il valore aggiunto (+12,2%), grazie al netto calo dei costi dei fattori della produzione, mentre sono diminuiti i consumi intermedi (-7,9%) per effetto soprattutto della riduzione dei prezzi (-7,1%) e in misura minore delle quantità (-0,9%). La contrazione è marcata per energia (-15%) e concimi (-13,5%), mentre aumentano i prezzi delle sementi (+4,7%).
Leva strategica per il made in Italy agroalimentare, sono state le produzioni a Indicazione Geografica che registrano una crescita del valore della produzione, che si colloca intorno ai 21 miliardi di euro - trainata dal cibo (9,9 miliardi di euro, +7,7%), mentre è stabile il vino imbottigliato (11 miliardi di euro) - pari al 19% del fatturato dell’agroalimentare italiano.
In crescita anche l’export, con oltre 12 miliardi di euro, che continua a registrare risultati positivi e un andamento favorevole sia nei mercati europei (+9,4%) sia in quelli extra-europei (+17,8%).
Dal punto di vista ambientale, il settore agricolo italiano ha realizzato una riduzione delle proprie emissioni climalteranti del 15% dal 1990, sebbene il peso sul totale nazionale resti stabile all’8,4%, con metano (44%) e protossido di azoto (29%) come principali fonti.
Si conferma rilevante, invece, la spesa pubblica destinata al settore agricolo: circa 13,6 miliardi di euro (il 31% del valore aggiunto agricolo). Il 60% del sostegno proviene da risorse Ue, il restante 22,3% da fondi nazionali e il 16,8% regionali e queste sono indirizzate sia a garantire un reddito equo per gli agricoltori (60%) sia all’aumento della competitività e al miglioramento dell’orientamento al mercato (45%). Nella spesa regionale spiccano l’assistenza tecnica con un peso del 25,9% e le attività forestali al 18,5%. Con il Pnrr che rappresenta per il settore agroalimentare italiano un intervento strutturale di portata senza precedenti, volto a sostenere la transizione ecologica e digitale, rafforzare la competitività delle imprese e aumentare la resilienza delle filiere e dei territori. Le riprogrammazioni del 2023 e del 2025 hanno potenziato in modo significativo le risorse, portando gli investimenti complessivi da 3,6 a 8,9 miliardi di euro, che si articolano in oltre 35.000 progetti attivi e in cinque assi chiave (logistica, energie rinnovabili, innovazione e meccanizzazione, contratti di filiera, gestione delle risorse idriche).
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025