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MEZZA VITTORIA

Querelle Airbus - Boeing, niente dazi per vino e olio italiani. Gli Usa puniscono Francia e Spagna

La scure, però, si abbatte su formaggi (Parmigiano Reggiano e Pecorino Romano in primis) e prosciutto: tariffe su del 25%
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Querelle Airbus - Boeing, niente dazi sul vino italiano

Una mezza vittoria. È il sapore che lascia in bocca la divulgazione, da parte del Governo Usa, della lista definitiva delle produzioni Ue pronte a finire sotto la scure dei dazi, resa pubblica stanotte, dopo il via libera del Wto a Washington, a rivalersi, nella disputa tra Boeing ed Airbus, sul Vecchio Continente, per un totale di 7,5 miliardi di dollari (pari a 6,9 miliardi di euro, un record nella storia della Wto) di nuovi dazi, che non colpiranno, e questa è davvero un’ottima notizia, il vino italiano, e neanche l’olio extravergine d’oliva. L’agroalimentare, che per settimane ha fatto stime, bilanci e previsioni, non è però indenne dalle tariffe, del 25%, che, dal 18 ottobre, entreranno in vigore. Nella “Final Product List” della “Section 301 Investigation - EU Large Civil Aircraft” (il dossier aperto nel lontano 2003, ndr) rimangono infatti i formaggi, a partire dal Parmigiano Reggiano (per cui i dazi passeranno dagli attuali 2,15 ai 6 dollari al chilo, per un costo finale che cresce da 40 a 45 dollari al chilo, come ricorda il Consorzio Parmigiano Reggiano) e dal Pecorino Romano, ma anche le carni di maiale lavorate, e quindi il prosciutto, così come settori decisamente più marginali, come l’ortofrutta ed i biscotti, ma anche altri che n Usa hanno un mercato di rilievo, come i liquori.

L’aspetto più importante che emerge, dalla lista definitiva voluta con forza del Presidente Usa Donald Trump, è una disparità di trattamento sensibile tra chi, dei Paesi europei, è dentro il consorzio Airbus, quindi Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna, e chi ne è fuori. Se il vino italiano può infatti tirare un sospiro di sollievo, il nostro principale concorrente Oltreoceano, ossia la Francia, ha di che preoccuparsi, perché le sue produzioni enoiche, così come quelle di Spagna e Germania, subiranno un aumento dei dazi del 25%, comunque limitato al vino imbottigliato, fino ai 14 gradi, esclusi gli spumanti (Wine other than Tokay (not carbonated), not over 14% alcohol, in containers not over 2 liters, si legge nel documento). Difficile dire se sia il risultato dei buoni uffici italiani a Washington, se sia la vittoria della diplomazia o, più semplicemente, la rivincita di un briciolo di buonsenso in una disputa ultra decennale che rischia di trascinarsi ancora per anni, con l’aviazione civile, pietra dello scandalo, che alla fine di tutto subirà un aumento dei dazi di appena il 10% ...

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