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QUOTE LATTE - IL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ZAIA: “INVITO GLI ALLEVATORI A LEGGERE BENE IL DECRETO, CHE TIENE CONTO DELLE ESIGENZE DI TUTTI” … MA LA CIA RIPRENDE PROTESTA E LA CONFERENZA STATO-REGIONI VUOLE LO STOP DEL DECRETO

“Invito, ancora una volta, tutti gli allevatori a farsi spiegare bene cosa sta accadendo in Senato in merito al decreto sulle quote latte, come funzionerà il Fondo per la ristrutturazione dei debiti e, infine, a leggere attentamente il provvedimento.” Lo ha detto il Ministro per le Politiche Agricole Luca Zaia.
“Vorrei che si capisse una volta per tutte - ha proseguito il Ministro - che il vero nemico è il mercato. E per combatterlo non ci si può presentare in ordine sparso; bisogna fare fronte comune. Non si può chiedere di non aumentare la produzione per evitare il crollo dei prezzi, e contemporaneamente reclamare nuove quote, che equivalgono a nuova mungitura: c’è una evidente contraddizione”.
“Ho il massimo rispetto per chi protesta - ha detto Zaia - e ribadisco la mia disponibilità ad ascoltare le istanze di tutti. Ma non posso accettare una contestazione che nasce da una diceria messa in giro da qualcuno: che, cioè, questo decreto vada a vantaggio solo di pochi privilegiati. Lo ripeto: non è un decreto per furbi. Dire che riguarda solo 1000 aziende è una bugia, come pure affermare che si tratta di una sanatoria: per la prima volta nella storia dell’agricoltura, il pagamento delle multe avverrà con un interesse tra il 6 e il 6,5 per cento. Una bella differenza rispetto al 2003, quando fu prevista una rateizzazione ad interessi zero”.
Riguardo al Fondo di ristrutturazione il Ministro ha precisato: “tra le priorità che mi sono prefisso per questo decreto c’era quella di aiutare i produttori che sono in difficoltà e che hanno sempre operato nella legalità. Il fondo per la ristrutturazione dei debiti l’ho voluto inserire io nel provvedimento, quindi mi stupisce che oggi divenga il vessillo dei contestatari ad oltranza”.
Il Ministro ha poi chiarito che il provvedimento non è immutabile, ma ne ha difeso l’impianto generale: “il decreto è un po’ come la Pietà di Michelangelo: il capolavoro nasce dalla limatura della pietra in eccesso. Sempre restando nella metafora, abbiamo dato corpo a una statua i cui contorni sono ben delineati, ma non escludiamo che si possa perfezionare. Certo è che non metteremo i piedi al posto della testa”.

La Cia riprende la protesta: sit-in a Roma il 26 febbraio
Riprende con forza la mobilitazione in tutto il territorio nazionale della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori per sollecitare interventi straordinari a sostegno delle imprese. Il primo appuntamento è a Roma il 26 febbraio, quanto oltre 1.000 agricoltori provenienti da tutta Italia manifesteranno con un sit-in in Piazza Montecitorio.
“Andremo in piazza - spiega il presidente nazionale, Giuseppe Politi - per far sentire la voce della protesta degli agricoltori italiani, stanchi di restare inascoltati anche quando le questioni assumono contorni drammatici, come quelli attuali”.
La manifestazione sarà preceduta da una convention al Palazzo dei Congressi dei Gruppi di Interesse Economico (Gie) costituiti in queste ultime settimane nelle varie realtà locali della Cia; un’assemblea che darà vita, a livello nazionale a 7 Gie (olio, vino, zootecnia, ortofrutta, cereali, florovivaismo, colture industriali) che, insieme agli agricoltori dovranno sviluppare un’azione incisiva a tutela e valorizzazione dei settori portanti dell’agricoltura nazionale. Insomma, una giornata che vedrà la Cia fortemente mobilitata non solo per sollecitare risposte da parte di Governo e Parlamento, ma anche per sviluppare una strategia propulsiva in difesa dei redditi dei produttori, per la crescita delle imprese e per un’agricoltura che sia realmente protagonista della vicenda politica ed economica del Paese.
Sono quattro, secondo la Cia, gli obiettivi prioritari della protesta: sgravi contributivi, riduzione dei costi produttivi e degli oneri burocratici, modifiche sostanziali al decreto legge sulle quote latte e finanziamento del Fondo di solidarietà nazionale per le calamità naturali.
I dati della Cia - Confederazione Italiana Agricoltori parlano chiaro: solo nel 2008, più di 20.000 aziende sono andate fuori mercato, con il rischio che nei prossimi 3-4 anni, altre 250.000 aziende facciano la stessa fine. “Senza interventi mirati - ha affermato il presidente Politi - sarebbe il tracollo dell’intero settore”.

Stop a decreto da conferenza Stato-Regioni
Stop al decreto legge del 5 febbraio che stabiliva i criteri per la distribuzione delle nuove quote latte in Italia. Lo ha deciso la Conferenza Stato-Regioni che ha espresso parere negativo al disegno di legge di conversione del decreto. E’ passata, quindi, la proposta della Sicilia e di altre regioni del centro-sud che avevano già manifestato il proprio dissenso, la settimana passata, nel corso di una riunione tecnica al Ministero per le Politiche Agricole.
“Avevo già scritto - afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Giovanni La Via - al Ministro Zaia, manifestando la contrarietà della Sicilia all’ipotesi di suddivisione delle quote che avrebbe danneggiato la nostra Isola e diverse altre regioni meridionali. A pagare le conseguenze di questo metodo di distribuzione sarebbero stati quei produttori che hanno sempre rispettato la legge senza sforare i limiti di produzione previsti”.
Le Regioni hanno manifestato la propria disponibilità a cambiare parere sul decreto se saranno accolte le modifiche proposte nell’assegnazione delle nuove quote. In particolare, la priorità dovrà essere data a coloro che nel biennio 2006/2008, per non superare i limiti stabiliti, hanno provveduto ad affittare quote non utilizzate da altri. Chi, invece, ha sforato, per ottenere le nuove quote dovrà,dapprima, rinunciare al contenzioso e poi pagare almeno la prima rata delle multe che gli sono state già comminate.

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