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QUOTE LATTE, PASSA EMENDAMENTO LEGA NORD, PAGAMENTO RINVIATO. LE MULTE DERIVANTI DA QUESTO RINVIO COSTANO 20 EURO A OGNI ITALIANO. ECCO LE REAZIONI AL DECRETO “MILLEPROROGHE” ... LA CURIOSITA’: L’IMPORTANZA DEL LATTE PER L’ALIMENTAZIONE NELLO SPORT

Non Solo Vino
Latte italiano in una foto Coldiretti

Gli splafonatori potrebbero avere ancora tempo per pagare le multe delle quote latte. Nonostante la legge 33/2009 di Luca Zaia stabiliva che l’operazione di rateizzazione si sarebbe dovuta concludere entro la fine del 2009, a quasi due anni di distanza, si continua a rimandare il pagamento della prima rata annuale. Che dal mese di luglio 2010 era stata prorogata a dicembre 2010, per slittare ora al 30 giugno 2011. Le Commissioni Bilancio e Affari costituzionali del Senato hanno dato il via libera - sebbene in subordinazione alla presentazione da parte del governo degli effetti dei tagli sulla tabella C - all’emendamento della Lega al decreto Milleproroghe che sposta in avanti di sei mesi il termine fissato al 31 dicembre 2010. La copertura, che ammonta a 30 milioni di euro, verrà coperta grazie a tagli lineari fino al 3% di “tutte le dotazioni - si legge nell’emendamento - di parte corrente relative alle autorizzazioni di spesa”.

Tirando le somme, su 2.444 produttori con debito esigibile - ovvero quelli che hanno prodotto oltre le quote loro assegnate e che ora si trovano a dover pagare - sono solo 189 quelli che hanno aderito alla rateizzazione accettando di pagare la prima rata annuale. Tradotto significa che dei 781 milioni di euro di debito esigibile - che in un modo o in un altro ricade sulle spalle dei contribuenti - solo 42,9 sono quelli a carico di coloro che hanno concluso l’iter della rateizzazione. In percentuale l’operazione di Zaia ha coinvolto il 7,7% dei produttori potenzialmente interessati e il 5,5% del debito. “Se questo debito non viene coperto, l’onere ricade sulla popolazione italiana attiva sottoforma di maggiore pressione fiscale”, spiega al Velino Ermanno Comegna esperto di politica ed economia agraria. “Questo ovviamente fino a quando il debito non verrà saldato”. Il che vuol dire che se si divide il debito esigibile totale per il numero degli italiani attivi - circa 40 milioni, ovvero i due terzi della popolazione - ogni italiano si trova a “contribuire” suo malgrado alla causa degli splafonatori con 20 euro di tasca propria”.

“L’emendamento della Lega è stato accompagnato da parere positivo del governo ma l’approvazione è subordinata alla presentazione, sempre da parte del governo, degli effetti del taglio sulla tabella C”, spiega al Velino Paolo Giaretta, Pd e membro della Commissione Bilancio del Senato. “Ma è solo un aspetto procedurale per cui si prevede l’approvazione nelle prossime ore”. La tabella C è quella deputata a finanziare il sistema di leggi che vengono annualmente sostenute secondo la legge di Stabilità, come l’autotrasporto e il fondo sociale. “Settori che in questo modo vengono definanziati”, insiste Giaretta. “I truffatori hanno la meglio sulle esigenze del sistema agroalimentare. Questo è l’unico intervento esistente in questo decreto relative al sistema agroalimentare. Si preferisce sostenere pochi splafonatori piuttosto che aiutare l’intera filiera zootecnica”. Secondo l’esponente Pd del Senato “questo costerà allo Stato enormi infrazioni a livello comunitario con possibili sospensioni di interventi di sostegno al settore per aiutare un pugno di truffatori”.

Critico anche Candido De Angelis, del Fli e membro della Commissione Bilancio del Senato. “Questo è l’apice di tutto”, spiega al Velino. “In un momento come questo di grande crisi dell’agricoltura si proroga ancora una volta il pagamento delle multe sulle quote a carico degli splafonatori e si respinge invece il fondo destinato ad aiutare gli allevatori seri che pagano le tasse aderenti all’Aia”. “Si dà la possibilità ai produttori di mettersi in regola” per il capogruppo della lega in Commissione Agricoltura del Senato Giampaolo Vallardi, che spiega al Velino: “Diamo la possibilità a queste persone, in questo momento di difficoltà del mondo agricolo e del reddito degli allevatori, per poter adempire agli obblighi previsti dalla rateizzazione fatta a novembre dello scorso anno. E dunque di mettersi a posto”.

E’ giusto, per il presidente di Copagri Franco Verrascina “cercare una mediazione politica per evitare la chiusura delle aziende”. “Noi abbiamo da tempo una proposta per rendere sostenibile il pagamento di quanto dovuto dalle aziende”, spiega al Velino. “Ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto una risposta, ma non è certo con le proroghe che si risolve il problema. Vale per il latte come per tutti i settori produttivi”.
Focus - Arrivare preparati fisicamente alla “settimana bianca”? 5 pasti al giorno e tanto latte. Assolatte ricorda l’importanza dell’alimentazione per lo sport

Per arrivare all’appuntamento della settimana bianca preparati e senza sgradite sorprese non basta l’esercizio fisico: un’alimentazione corretta è infatti indispensabile per gli sportivi. A ricordarcelo è Assolatte, che, sottolineando il valore nutrizionale di latte e derivati, ha stilato una breve lista di suggerimenti per una corretta dieta “della montagna”. Il primo consiglio è seguire la regola del cinque, ossia ricordarsi di mangiare cinque volte al giorno.

Importante inoltre preferire quegli alimenti - come appunto il latte, lo yogurt e i formaggi - che forniscono sia gli zuccheri, che le proteine. L’associazione Assolatte suggerisce di iniziare la giornata con una tazza di latte accompagnata da pane, marmellata, burro e un frutto. Prima di mettere gli sci ai piedi non dimenticare di bere una spremuta di arancia oppure una tazza di tè. A metà mattina lo sciatore potrà recuperare energie con uno yogurt, anche in versione ricca. Il pranzo è l’appuntamento più importante, ma bisogna fare attenzione a non esagerare: ideali un piatto di pasta o riso al pomodoro oppure un panino con formaggio magro e verdura. I “peccati di gola” si possono lasciare per la merenda, momento ideale per un latte al cacao o un frullato di latte e frutta. A fine giornata largo a minestre di verdure, carne o pesce e un piccolo dolce, ma anche a menù tipici della montagna come raclette, fonduta, panna cotta o budino di latte e riso.

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