Non tutti possono vantare una “pubblicità secolare”, legata ad uno degli affreschi più famosi d’Italia, e del mondo, opera di uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, che ne attesta l’allevamento fino dal Trecento, e “custodita” in una delle piazze più belle e conosciute, oggi meta di milioni di turisti, nel Medioevo luogo dove si faceva il mercato, dai cui banchi questa razza antichissima, rustica ma pregiatissima, riconoscibile per l’inconfondibile fascia bianca nella scura pelliccia, si è fatta conoscere nei secoli, passando dal rischio estinzione alla celebrità. È la storia della Cinta Senese, il più famoso tra i maialini toscani, tornato in Piazza del Campo a Siena con i suoi allevatori arrivati da tutta la Toscana per lanciare la nuova immagine e la campagna promozionale volute dal Consorzio di Tutela della Cinta Senese Dop per continuare a tramandare la sua storia affascinante, all’ombra di Palazzo Pubblico dove Ambrogio Lorenzetti lo ha raffigurato nell’“Allegoria ed effetti del Buono e del Cattivo Governo” (1338).
Una Dop “ante litteram” nel rappresentare l’eccellenza dei prodotti italiani, oggi simbolo della qualità made in Italy, che da sempre porta la sua origine nel nome, le colline toscane ed i loro boschi, e ricca di aspetti storici, culturali, economici, sociali e gastronomici davvero unici. Tornato eccezionalmente “nel Campo” dopo molti secoli, una “foto storica” ha immortalato il maialino di Cinta Senese insieme ai suoi allevatori.
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