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RAMADAM “SOSPESO” PER CHI LAVORA NEI CAMPI. LO ANNUNCIA LA COLDIRETTI

Per tutelare i lavoratori islamici dal rischio di colpi di calore è importante la deroga al divieto di bere nel giorno dopo i casi di malore che si sono verificati nel passato. Lo afferma la Coldiretti nel commentare le parole dell’Imam egiziano Ahmad al Sakka, laureato all’Università islamica al-Azhar del Cairo che, dalla moschea di Roma, ha sostenuto che nel mese del Ramadan i musulmani che lavorano nei campi sotto il sole e nel caldo torrido possono bere acqua nel giorno senza violare regole.

“Ci sono casi speciali - ha spiegato l’Imam - in cui è lecito per un musulmano derogare al divieto di bere acqua: nel giorno nel Ramadan in particolare è esente dal divieto chi lavora in condizioni molto pesanti, come ad esempio chi sta nei campi sotto il sole a temperature torride o chi è impegnato nelle acciaierie davanti ai forni”.

Si tratta di una precisazione importante per evitare rischi per la salute di chi - sottolinea la Coldiretti - lavora in campagna a trenta gradi sotto il sole senza una adeguata alimentazione. Bere acqua quando si fanno lavori pesanti in pieno campo con temperature alte e forti percentuali di umidità - continua la Coldiretti - è una necessità vitale.

In passato si erano verificate incomprensioni tra imprenditori agricoli e lavoratori islamici nel mese sacro anche con il verificarsi di malori per il rifiuto a bere.

L’autorevole parere è, dunque, un importante contributo alla prevenzione a favore della quale in alcune aree particolarmente sensibili si è anche intervenuti - conclude la Coldiretti - distribuendo opuscoli informativi in quattro lingue per la prevenzione dai rischi da colpi di calore a garanzia della salute e sicurezza del lavoro.

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