Il 2017, al di là delle aspettative, non sarà troppo diverso dal 2016 appena concluso, ma un dato positivo c’è: il 13% degli italiani, secondo il sondaggio di fine anno e le previsioni sui consumi 2017 del “Rapporto Coop”, sono pronti ad aggiungere valore al carrello della spesa alimentare, mentre solo l’8% dichiara di voler tagliare ancora il budget destinato alla spesa, mentre la grande distribuzione chiude l’anno in sostanziale parità, beneficiando di un piccolo miglioramento delle vendite nelle ultime due settimane dell’anno, non superando comunque un +2%, fortemente concentrato a Natale. Il 2017, comunque, sarà l’anno del rallentamento del potere d’acquisto delle famiglie che, fino al 2016, avevano potuto godere di fattori favorevoli ma transitori. Di conseguenza il ciclo dei consumi, dopo un biennio a ritmi superiori all’1%, subirà una battuta d’arresto (la stima si attesta su uno 0,7%) dovuta al rallentamento dei redditi e soprattutto alla ripresa dell’inflazione.
È la fotografia interlocutoria di un Paese che sta alla finestra e che, passati gli anni bui della recessione, spera nel futuro ma stenta a metterne a fuoco i dettagli, tanto che tra le parole con cui gli italiani descrivono il 2017 si confermano quelle che avevano già caratterizzato il 2016, ovvero “speranza” (la usa il 33% del campione, era il 33,8% un anno fa), “cambiamento” (12% a fronte di un 14,3%), “timore” (10% rispetto a un più robusto 14,2% del 2016), e ancora “ripresa” e “crisi”, che registrano l’identico indice di gradimento (entrambe sono state scelte dal 8% del campione).
Tra i settori in crescita, invece, quello immobiliare, quello dei viaggi e quello dei prodotti tecnologi, perché l’innovazione continua a tirare, tanto che, parlando di futuro della grande distribuzione, gli italiani vorrebbero più di tutto un supermercato senza casse, senza file che sfrutti il riconoscimento automatico (è interessato il 74%), seguono la casa domotica (73%) e il maggiordomo virtuale (lo vorrebbe testare il 43%).
Se poi si osservano da vicino i desiderata nel carrello della spesa, il 100% italiano, quindi la provenienza sicura, è al top (lo indica più del 20%) seguita però dal low cost (in media è al 14%, soprattutto nella fascia più giovane, dai 18 ai 29 anni), ancora dalla ricerca della tradizionalità (14,9%).
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