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RAPPORTO FAO SULL’AGRICOLTURA 2009: ALLARME PER LA CRESCITA INDISCRIMINATA DEL COMPARTO ZOOTECNICO, A RISCHIO LE RISORSE AMBIENTALI. DIOUF: “DEI 23 MILIARDI DI DOLLARI PROMESSI AL G8 DELL’AQUILA LA FAO NON HA ANCORA RICEVUTO NIENTE”

Dal rapporto sullo “Stato dell’agricoltura 2009” della Fao, di scena oggi a Roma, emerge una stima di crescita del 20% del settore zootecnico nei prossimi dieci anni, e del 50% entro il 2050. Questo, secondo l’organizzazione internazionale che combatte la fame nel mondo, significherà un enorme impatto sulle risorse ambientali, acqua, suolo e clima, dal momento che già oggi è responsabile del 18% delle emissioni globali di gas serra. Il comparto dell’allevamento ha visto negli ultimi anni una vera e propria rivoluzione, con un vero boom nei Paesi in via di sviluppo, perché - stando ai dati Fao - la crescita del reddito in questi Paesi ha avuto come conseguenza un salto qualitativo nell’alimentazione, ed è dunque cresciuta la domanda di carne e derivati. Ovviamente è l’Estremo Oriente a fare la parte del leone: in Cina si è passati in breve tempo da un consumo medio pro capite di 13,7 chili di carne all’anno a 59,5 chili; da 2,3 a 23,2 chili di uova all’anno; da 2,5 a 20,2 litri di latte all’anno. A risentirne è l’ecosistema globale, sottoposto ad improvviso e forte stress: urgono politiche di miglioramento per il settore, che rappresenta il 40 per cento del valore complessivo della produzione agricola. Secondo il direttore generale della Fao Jaques Diouf siamo in presenza di un vuoto istituzionale che va immediatamente colmato con una governance di settore, così da combattere il divario sempre maggiore tra “i grandi operatori commerciali e i piccoli allevatori, che rischiano di restare tagliati fuori dalle opportunità di sviluppo”.

Durante la presentazione del rapporto, Diouf ha colto l’occasione per ricordare che la Fao non ha ancora ricevuto niente dei 23 miliardi di dollari promessi dai Paesi ricchi durante il G8 dell’Aquila. “Non abbiamo visto un centesimo”, ha detto, “non sappiamo se siano andati altrove. Mi rendo conto che ci vuole tempo affinché gli impegni si traducano in realtà. L’impegno era triennale, il 2009 è già passato e ancora non si è visto niente”.

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