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RECORD PER EXPORT DI SALUMI ITALIANI: +13,8% IN QUANTITA’ +13,4 IN VALORE NEL 2010. ECCELLENTI PERFORMANCE DI PROSCIUTTI, MORTADELLE & CO. ECCO LE CIFRE DELLE INDUSTRIE DELLE CARNI, CHE FANNO CAPIRE LA TENDENZA DEL SETTORE. PROSCIUTTO DI PARMA: +17%

Non Solo Vino
Salumi italiani

Ottima performance delle esportazioni di salumi italiani, in Gennaio/Settembre 2010: nei primi 9 mesi 2010, secondo i dati recentemente diffusi da Istat ed elaborati da Assica (Associazione Industriali Carni, che aderisce a Confindustria), sono state inviate oltre i confini nazionali 89.743 tonnellate di prodotti della nostra salumeria (+13,8%) per un 700,1 milioni di euro, con un +13,4% (info: www.assica.it).
Dopo l’eccellente risultato registrato nelle prime due frazioni dell’anno, nel terzo trimestre 2010, l’export ha mostrato una nuova brillante affermazione soprattutto in termini di fatturato. Nel periodo luglio-settembre le esportazioni hanno riguardato 32.500 tonnellate di prodotti (+13,2%) per 256,6 milioni di euro (+15,2%). Considerando la performance complessiva in Gennaio/Settembre, il settore è risultato straordinariamente dinamico e ancora una volta sopra la media rispetto all’industria alimentare (+9,9%), e di poco inferiore all’industria in generale (+15,1%) che, proprio nel terzo trimestre, ha evidenziato una notevole accelerazione recuperando parte della flessione registrata nei primi 9 mesi 2009 sullo stesso periodo del 2008 (-23,1%).
“I brillanti risultati dell’export - afferma Lisa Ferrarini, presidente di Assica - ci convincono sempre di più del fatto che non bisogna mollare la presa su questo fronte: infatti la libera circolazione di tutta la gamma dei salumi italiani in ambito extra Unione Europea, si conferma ancora come obiettivo non definitivamente raggiunto, potendosi ritenere realizzato in misura soddisfacente per i soli prosciutti tipici e, parzialmente, per i prodotti di salumeria cotta e, in misura insoddisfacente, per i salumi a breve stagionatura, come ad esempio i salami e per le carni suine”. Protagoniste di questi primi 9 mesi 2010 sono state senza dubbio le esportazioni di prosciutti crudi (+10,3% in quantità e +12% in valore) che hanno visto un importante aumento sia degli invii di prodotti in osso sia di quelli disossati, affermandosi su tutti i principali Ue ed extra Ue, in particolare Francia, Germania, Regno Unito e Usa.
Ottima la performance di mortadella e wurstel (+18,3% in quantità e +16,8% in valore) che hanno potuto beneficiare di un ulteriore importante incremento della domanda comunitaria in particolare di Francia e soprattutto Regno Unito oltre che di quella sempre molto vivace dei paesi terzi. Brillante anche l’andamento delle esportazioni di salami (+14,8% in quantità e +14,2% in valore) la cui presenza si è rafforzata soprattutto all’interno del mercato comunitario in particolare su quello tedesco e oltre i confini comunitari su quello svizzero. Decisamente buono e in miglioramento anche il trend evidenziato dalle esportazioni di prosciutti cotti (+10,5%in quantità e +10,7%) sostenuto dalla domanda dei partner comunitari “storici” e dal notevole impulso di quella dei Paesi terzi in particolare Usa.
Notevole anche il risultato degli invii di pancetta stagionata (+39,5% in quantità e +36,9% in valore) riconducibile agli straordinari incrementi registrati nel primo e terzo trimestre dalla domanda austriaca e sostenuto anche dai rilevanti aumenti di quella di tutti gli altri principali mercati di riferimento (Regno Unito Francia e Germania). In recupero sono apparse, infine, le esportazioni di bresaola (+5,2% in quantità e +7,1% in valore) grazie al buon ritmo evidenziato dalle spedizioni verso i principali mercati comunitari. Segno, questo, che almeno nell’Ue il prodotto sta recuperando le posizioni perse in precedenza a causa dell’aumento dei prezzi di vendita resosi necessario a seguito del notevole incremento dei costi.

Focus - Prosciutto di Parma: cresce nel 2010 export con nord America (+17%)
2010 da record per il Prosciutto di Parma sul mercato nordamericano: i prosciutti con la corona venduti negli Stati Uniti hanno raggiunto le 450.000 unità, per un valore di quasi 40 milioni di euro, segnando un incremento sul 2009 del 17%, pari a 65.000 prosciutti. Grazie a questo risultato, gli Usa scavalcano la Francia e diventano il primo mercato per l’export del Prosciutto di Parma; benissimo anche il Canada, dove le aziende del Parma registrano un aumento addirittura del 42%, per un totale di quasi 60.000 prosciutti esportati e un valore di circa 4 milioni di euro. Già oggi il mercato nord americano, che vedrà in futuro importanti attività di marketing, rappresenta lo sbocco per oltre il 5% della produzione della pregiata Dop di Parma. La filiera di produzione è composta da 5.500 allevamenti suinicoli, 120 macelli, 162 stagionatori, con un giro d'affari che supera gli 1,7 miliardi di euro.

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