Non c’è nulla meglio di Internet per diffondere e amplificare una realtà come quella degli agriturismi italiani: un modello di ospitalità turistica in crescita anche in questi anni di congiuntura economica non felice. Ma anche una realtà molto frammentata, in cui ogni azienda fa quasi caso a sé: nell’agriturismo non esistono standard, non ci sono stelle a sintetizzare tipologie di servizi.
L’unico modo per averne notizia è il passa parola o la Guida Agriturist che esce ogni anno dal 1975 ma che non è ovviamente uno strumento dalla vasta diffusione, specie all’estero. E’ proprio per questo che la stessa Agriturist, l’associazione delle aziende agrituristiche aderente a Confagricoltura, ha intuito fin dal 1997 il valore della presenza online. Il sito elenca, ordinati per regioni e provincie, circa 1600 agriturismi, quindi un buon terzo delle 4.200 aziende aderenti ad Agriturist, che a loro volta sono un terzo delle 14 mila italiane.
Il sito è assolutamente essenziale, usa il web come uno strumento che deve essere di rapido uso e permette di arrivare in pochi attimi ad individuare gli indirizzi possibili nelle zone prescelte anche con un collegamento Internet tradizionale. E raggiunge il suo scopo, a giudicare da uno studio della stessa Agriturist: il 45% degli ospiti degli agriturismi italiani è arrivato tramite Internet (le guide pesano per il 24% e un altro 25% arriva dal passa parola). Le regioni più consultate sono Lombardia (15%), Toscana (13) e Trentino (10).
Tra le prime dieci aziende più consultate sul web ben quattro sono liguri (anche se questo dipende dal fatto che in Liguria gli agriturismi sono pochi e quindi l’offerta è più concentrata). Un buon 20% della consultazione arriva poi dall’estero. Sul web si prendono informazioni ma poi la trattativa si conduce via telefono. Le prenotazioni online sono ancora poco diffuse. Solo 300 aziende aderiscono al sistema Farm Holidays, agenzia di servizi che fa capo alla stessa Agriturist. Intanto il settore cresce: più 6% nel 2004, quest’anno ci si attende un 5%.
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