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Regno Unito: il primo vigneto di Londra … Oceania: il vino in pet … Brasile: forte crescita del consumo di vino … Emisfero Sud: vendemmie in calo … Nuova Zelanda: l’impatto del vino nell’economia del paese
di Andrea Gabbrielli

- Regno Unito: il primo vigneto di Londra
Il 5 maggio a Londra sono stati impiantati 1.500 ceppi di uva bianca Bacchus (un incrocio di Sylvaner, Riesling e Müller Thurgau, ndr) nei terreni della Forty Hall Organic Farm, un’azienda biologica situata nel borgo di Enfield, nella parte settentrionale della città. Dalle uve nascerà il primo vino londinese dall’epoca medievale che avrà delle delicate caratteristiche di erbaceo che ricordano alcuni aromi del sauvignon blanc. La manager della fattoria, Sarah Vaughan-Roberts, lo ha definito come un “perfetto vino da pic-nic estivo”. Il vigneto è nato nel progetto del Capel Manor Horticultural College. La Forty Hall Organic Farm, inoltre, prevede a breve, di impiantare uve pinot noir, chardonnay e auxerrois che saranno coltivate seguendo le pratiche biodinamiche. Il vino ottenuto dalle uve Bacchus, insieme agli altri, sarà venduto direttamente ai consumatori che abitano nel raggio di una decina di chilometri di distanza dalla cantina. L’obiettivo è di rimanere un’azienda che favorisce il consumo di prodotti locali, esaltando le caratteristiche pedoclimatiche di Enfield.

- Oceania: il vino in pet
Sempre alla ricerca di novità, ora la è la volta delle bottiglie di plastica (pet) per il vino. Due Sauvignon Blanc della Nuova Zelanda e uno Shiraz Rosé australiano hanno fatto da apripista e ora si è aggiunto anche il gruppo Foster’s con due vini - un bianco frizzante e un cabernet sauvignon - del marchio Wolf Blass. Le bottiglie sono progettate per assomigliare a quelle di vetro ma a fronte di un peso medio di 400 grammi per la classica bottiglia, quella in pet arriva a 54 grammi. Grazie a ciò i costi di trasporto risultano meno onerosi e più sicuri perché il materiale è molto robusto oltre che facilmente riciclabile. Tra gli svantaggi quello di imbottigliare in pet solo vini di pronto consumo che devono essere protetti dalla luce e dal calore, come del resto succede anche per il vetro, perché la plastica non è adatta all’invecchiamento. Oliver Horn, direttore globale della Wolf Blass, ha detto che la nuova tecnologia ha permesso di creare bottiglie in pet della durata di 12 mesi. Nella comunicazione per convincere i consumatori ad accettare il nuovo contenitore la Foster, di cui Wolf Blass fa parte, ha speso 1 milione di dollari per una campagna d’informazione sui test che hanno dimostrato la capacità di queste bottiglie di ridurre i gas serra del 29%. “Il vino è un prodotto molto tradizionale. I consumatori sono già scettici sul passaggio dal tappo di sughero a quello che si avvita”, ha detto Horn all’agenzia Reuters “ma se possiamo provare che queste bottiglie sono un’alternativa non soltanto più conveniente, ma anche più ecologica, allora credo che la gente potrebbe accettarle”. La Foster’s ha fatto sapere che testerà i nuovi prodotti sul mercato australiano per tutto l’anno prossimo, prima di decidere se esportare o meno le bottiglie di plastica.

- Brasile: forte crescita del consumo di vino
Secondo uno studio dell’International Wine & Spirit Record (Iwsr), il Brasile sarebbe il secondo paese consumatore dell’America Latina, subito dopo l’Argentina. Nel 2006 i brasiliani hanno consumato 326 milioni di litri di vino e secondo le stime nel 2011 dovrebbe arrivare a 369 milioni, con un aumento del 13%. Questa risultato è dovuto essenzialmente alla classe media - il 52% della popolazione - da cui dipende la gran parte dell’acquisto di vino. Secondo Ibravin (Istituto del vino brasiliano), invece, l’aumento degli acquisti dovrebbe aumentare del 39%. Anche le importazioni stanno crescendo e i vini di qualità rappresentano l’80% dell’importazione totale. A questo proposito l’Uvibra (Unione dei vitivinicoltori brasiliani) ha evidenziato che nel periodo 2002-2008, i vini importati sono aumentati del 220% in volume e del 300% in valore. “ Questa tendenza al vino di qualità - sostiene l’associazione - ha un effetto positivo di stimolo nei confronti della viticoltura brasiliana”. Se la crescita sarà confermata, il Brasile potrebbe diventare il quinto paese consumatore del mondo.

- Nuova Zelanda: l’impatto del vino nell’economia del paese
L’associazione dei vitivinicoltori della Nuova Zelanda (New Zealand Wine Growers) ha commissionato una ricerca al New Zealand Institute for Economic Research (Nzier) per conoscere l’impatto del settore vinicolo nell’economia del paese. I dati mettono in luce che il contributo al Pil è pari a 1,5 miliardi NZ$ (650 milioni di euro) e i 16.500 occupati a tempo pieno generano, direttamente e indirettamente, 3,5 miliardi di NZ$ (1,5 milioni di euro). La progressione delle esportazioni di vino è stata quasi del 24% all’anno negli ultimi vent’anni pari a quattro volte quello di qualsiasi altra merce neozelandese esportata. Su 100 milioni totali esportati di beni, 5 provengono dal settore vinicolo. Inoltre, il vino svolge sempre più un ruolo economico fondamentale in regioni come Malborough tanto che il 20% dell’economia regionale è legata al vino. “Volevamo comprendere lo state dell’arte della nostra industria - ha commentato Stuart Smith, presidente dei Nz Wine Growers - in modo di programmare il nostro futuro in un momento di congiuntura economica difficile e contribuire allo sviluppo economico della Nuova Zelanda”.

- Emisfero Sud: vendemmie in calo
Secondo i dati diffusi dall’Oiv, presentati dal direttore generale Federico Castellucci, per il 2009, la produzione dovrebbe attestarsi sui 50,1 milioni di ettolitri, ovvero -6,1% sul 2008 (53,3 milioni). E’ l’Australia il Paese che ha registrato il maggior calo in termini di produzione, l’11,5% in meno, a poco meno di 11 milioni di hl, seguita dal Sudafrica (-8%, a 9,4 milioni) e quindi dal Brasile (-7,7% a 3,4 milioni) e dall’Argentina (-5,3% a poco meno di 14 milioni di ettolitri). Stabile (+1%) la vendemmia cilena, giù del 3,5% quella neozelandese. Per le superfici, ad una generale stabilità dell’emisfero, si evidenzia l’ulteriore crescita del vigneto neozelandese, che aumenta del 14% rispetto al 2007. Ad oggi, l’insieme dei Paesi dell’emisfero sud rappresentano l’11,3% della superficie totale. Relativamente all’export, il trend continua a essere molto positivo, con volumi in crescita, anno su anno, del 3,2%.

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