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“REINVENTARE IN CHIAVE MODERNA E CON TECNICHE A DIR POCO FUTURISTICHE LE PIETANZE CHE NEI SECOLI SCORSI ALLETTAVANO I PALATI DEI NOSTRI ANTENATI”. ECCO LA NUOVA SFIDA PER IL “DINNER” DI BLUMENTHAL, RISTORANTE DEFINITO MIGLIORE AL MONDO DAL “TIMES”

Un menu che sembra un manuale di storia della gastronomia, uno chef alchimista, piatti geniali e mai creati fino ad ora: “Dinner” la prima avventura londinese di Heston Blumenthal, il cuoco del “Fat Duck” di Bray, nel Berkshire, ha aperto i battenti da appena tre giorni ad Hyde Park e già il “Times” lo definisce il ristorante migliore di Londra. Anzi, del mondo (info: www.mandarinoriental.com).
Nel locale all’interno del Mandarin Oriental Hotel costato 7 milioni di sterline, lo chef inglese, uno dei massimi esponenti della cucina molecolare, ha finalmente realizzato in forma stabile il progetto al quale lavora da anni, attraverso approfondite ricerche su manuali di cucina e testi antichi di ogni genere: reinventare in chiave moderna e con tecniche a dir poco futuristiche le pietanze che nei secoli scorsi allettavano i palati dei nostri antenati, contadini e re inclusi. Ed è così che, dal 1500, arriva nel piatto la “Carne Frutta”, ciò che all’apparenza sembra un mandarino accompagnato da una fetta di pane tostato, ma poi si scopre essere un parfait di fois gras. Sempre attento a giocare con i sensi dei suoi avventori e a confonderne le aspettative, Blumenthal propone anche un porridge salato ispirato ad una ricetta del 1660 circa, sgombro affumicato sulla paglia (1730) e una magica “tipsy cake” (1810), dal Times definita come “una sorta di brioche imbevuta di saliva d’angelo e condita con lo zucchero di un corno d’unicorno”. Per i meno avventurosi c’è sempre comunque speranza, con piatti come costolette di manzo con patate fritte tre volte e costine di maiale cotte in un forno a legna.

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