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RICCHI DI FERRO, LA CARNE DI MAIALE E I SALUMI FANNO BENE ANCHE AI PIU’ PICCOLI: A DIRLO UNA RICERCA DELL’UNIVERSITA’ “LA SAPIENZA” DI ROMA

La scoperta è recente e ora una ricerca scientifica l’ha certificata: “i bambini in età scolare con bassi livelli di ferro nel sangue, hanno difficoltà nell’apprendimento e manifestano sintomi di irritabilità più accentuati rispetto a coetanei con valori ritenuti nella norma. E la carne di maiale, insieme a quelle rosse, è particolarmente ricca di ferro”. A dirlo, Elisabetta Bernardi, nutrizionista e biologa, docente di Nutrizione, Sport e Salute alla Scuola di specializzazione in Medicina dello Sport dell’Università “La Sapienza” di Roma, secondo la quale “certe teorie che insieme ai salumi tentano di relegare questo alimento nel novero di quelli destinati al consumo della sola popolazione adulta, escludendo quindi bambini e anziani, devono ormai essere sfatate”.

“Una troppo diffusa disinformazione e qualche eccessivo pregiudizio - sottolinea Elisabetta Bernardi - continuano ad alimentare l’idea che la carne di maiale sia troppo grassa. La realtà attuale ci dice invece l’esatto contrario. Negli ultimi decenni, infatti, la percentuale di colesterolo presente nella carne di maiale è diminuita del 30%. E questo riguarda anche i salumi. Quindi, prendendo in considerazione anche e solo questo elemento, possiamo affermare che l’assunzione di questi alimenti può e deve interessare tutte le fasce di età”.

“Il prosciutto cotto, ad esempio - prosegue la nutrizionista - è particolarmente indicato nelle prime fasi di crescita perché rappresenta una delle prime fonti proteiche. Anche in gravidanza l’assunzione di salumi cotti come mortadella, zamponi, cotechini, rappresenta una valida alternativa per variare l’alimentazione, perché non solo sono sinonimo di gusto, ma garantiscono un apporto di proteine di elevata qualità, al pari di vitamine e ferro facilmente assorbibile molto importanti durante la gestazione. Nella cosiddetta terza età - aggiunge Bernardi - i salumi, primo fra tutti quello crudo, costituiscono una fonte di nutrimento molto importante perché facilmente masticabili e, se in vaschetta, particolarmente pratici. Un aspetto che non va sottovalutato riguarda la digeribilità. Cento grammi di prosciutto crudo, ad esempio, richiedono per questo processo circa un’ora e quaranta minuti. Molto meno di una fetta di tacchino (3 ore e mezzo) o di pollo (3 ore e un quarto) di peso equivalente”.

Eppure, il consumo di carne suina e dei suoi derivati è spesso minacciato da campagne a favore di un’alimentazione vegetariana. “In effetti - spiega Elisabetta Bernardi - le posizioni di certi scienziati in materia di alimentazione vegetariana dal mio punto di vista sono discutibili. Basterebbe prestare attenzione alle linee guida sull’alimentazione che ogni anno vengono pubblicate dall’Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) o dall’Organismo Mondiale della Sanità per scoprire che una dieta equilibrata prevede un consumo costante, ancorché equilibrato, di carne suina e dei prodotti da essa derivati”.

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