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RICHIEDERÀ ANCORA TEMPO L’ACCORDO TRA INDIA E UNIONE EUROPEA RELATIVO A UNA ZONA DI LIBERO SCAMBIO (FTA), CON LA RICHIESTA DELL’EUROPA DI ABOLIRE I DAZI SUL VINO: COSÌ DALL’INDIA CATHERINE ASHTON, ALTO RAPPRESENTANTE PER LA POLITICA ESTERA DELLA UE

L’accordo tra India e Unione Europea relativo a una zona di libero scambio (Fta) “richiederà ancora del tempo” e non sarà quindi pronto per il summit annuale previsto a New Delhi il 10 febbraio. Lo ha detto l’alto rappresentante per la Politica Estera della Ue Catherine Ashton dopo aver incontrato ieri a Bangalore il Ministro indiano degli Esteri S.M. Krishna.

Ci sono stati “significativi progressi nei negoziati negli ultimi mesi, soprattutto per le merci - ha aggiunto - ma c’è ancora da fare per completare l’intesa, in modo che sia accettabile sia sotto il punto di vista tecnico che quello del consenso politico”. L’inviata di Bruxelles, da ieri in missione in India, auspica che dal vertice Ue-India emerga una “road map” per la conclusione positiva dell’importante intesa che permetterà di rafforzare l’interscambio e creare un unico mercato di 1,7 milioni di consumatori. I negoziati per la Fta sono iniziati nel 2007, ma si sono arenati su diversi punti di disaccordo.

Mentre gli europei chiedono l’abolizione dei dazi su vino - tema, questo, già affrontato da WineNews, visto che l’India, con più di un miliardo di abitanti ed una crescita del Pil del 7,7% nel 2011 (secondo le stime Ocse), rappresenta un mercato decisamente appetibile anche per il mondo del vino, che però, al momento, sconta un ostacolo enorme, quello di un livello dei dazi sugli “spirits” pari al 150%, una vera e propria barriera all’entrata - e prodotti di lusso, oltre che l’apertura dei servizi bancari e assicurativi, New Delhi propone come contropartita un maggiore accesso nel mercato europeo di prodotti agricoli e più libertà di movimento per i lavoratori indiani. Rimangono inoltre divergenze sulla proprietà intellettuale, soprattutto per il commercio di medicinali generici.

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