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CON REGIONE TOSCANA

Ricreare la filiera bosco-vino per far ripartire la produzione locale di legno di pregio per botti

Lo farà il progetto ToSca del Dipartimento di Agraria dell’Università di Firenze che valuterà le prestazioni del castagno (oggi sostituito dal rovere)
BOSCO, BOTTI, CASTAGNO, DAGRI, REGIONE TOSCANA, ROVERE, UNIVERSITÀ DI FIRENZE, Italia
La Toscana a sostegno della produzione locale di legno di pregio per le botti

Dal bosco alla bottiglia: si chiama ToSca, il nuovo progetto finanziato dalla Regione Toscana che, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie, Alimentari, Ambientali e Forestali dell’Università di Firenze, andrà a capire quanto la qualità del legno delle botti vada ad influire sul prodotto finale, approfondendo caratteristiche e peculiarità dei vini fermentati o affinati nei carati di castagno locale. “Ci siamo chiesti inizialmente da dove venisse il legno con il quale in passato si facevano le botti - ha spiegato Marco Mancini della Fondazione per il Clima e la Sostenibilità, fautore del progetto - l’indagine storica e genetica ha confermato che erano i boschi della Toscana, spesso quelli dell’azienda stessa, a dare il legname. Così è nata l’esigenza di creare un modello di gestione forestale adatto per far ripartire la produzione di legno e destinarlo a utilizzi di pregio come quello delle botti. Lo scopo è quello di valorizzare i prodotti del bosco, perché se anche solo una piccola parte delle utilizzazioni forestali potessero essere indirizzate verso questa filiera, l’incremento di valore per il comparto forestale potrebbe essere significativo”.
ToSca rientra, infatti, tra quei progetti pensati dalla Regione Toscana per dare sempre maggiore identità e territorialità all’enologia toscana. In questo caso l’obiettivo è ricreare la filiera bosco-vino, legare il comparto forestale al settore vitivinicolo e reinterpretare la produzione legnosa in chiave moderna.
Il castagno, abbandonato nell’enologia moderna in favore delle barrique in rovere, vuole essere reintrodotto oggi nelle cantine quale elemento distintivo: un modello enologico nuovo e diverso da quello tradizionale. Il progetto ToSca valuterà le prestazioni enologiche dei carati da 250 e 500 litri sottoposti a tre diversi livelli di tostatura, utilizzati nell’affinamento dei rossi Sangiovese e, in fase di fermentazione e affinamento dei vini da uve bianche, anche Trebbiano e Vermentino. Ma la proposta di filiera non si ferma: una serie di caratelli più piccoli è stata realizzata anche per la produzione del Vin Santo, mentre altri saranno testati per la birra artigianale.

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