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VINO E FINANZA

Ripartire dopo la crisi: il ruolo ed il sostegno della finanza alle aziende del vino

A WineNews le proposte e le idee di Massimo Gianolli, nel mondo finanziario con GeneralFinance e produttore di Amarone con La Collina dei Ciliegi
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Massimo Gianolli, presidente de La Collina dei Ciliegi, cantina che produce Amarone della Valpolicella, e di GeneralFinance

L’emergenza è, prima di tutto, sanitaria. Ma una volta superata, sarà l’economia ad aver bisogno di tutto il sostegno necessario per far ripartire il Belpaese. A tutti i livelli e per tutti i settori, anche con l’aiuto della finanza, specie quando si parla di piccole e medie imprese, comprese quelle del vino, dove a fronte delle spese sostenute per continuare a lavorare, le entrate sono pressoché azzerate. Ci vorranno strumenti nuovi e piattaforme ad hoc, come quelle cui sta lavorando, insieme a tanti altri player del mondo bancario, professionale e finanziario, Massimo Gianolli, presidente della griffe della Valpantena La Collina dei Ciliegi (Doc Valpolicella) e presidente di GeneralFinance, società finanziaria specializzata nel factoring alle pmi distressed, segmento in cui è leader in Italia. Il punto di partenza, è “la fiducia - racconta Massimo Gianolli a WineNews - che dovranno avere sia le Istituzioni che le banche e gli imprenditori: la ripartenza avviene se si dà credito, che vuol dire dare ossigeno ad un ristoratore e permettergli di riaprire con tranquillità, o poter pagare in anticipo un fornitore in difficoltà. Il credito genera fiducia, ma le aziende, e le banche per prime, sono colpite duramente dalla situazione”.
Guardando al mondo del vino, “le attività lavorative stanno andando avanti, ovviamente nel pieno rispetto delle regole, con tutti i costi che questo comporta, visto che il vino non parte più, l’incoming è bloccato e le attività di promozione anche, sperando che possano ripartire da settembre in avanti. Cosa serve? Per prima cosa - dice Gianolli - gli imprenditori del vino devono riuscire a tenere la barra dritta. È difficile, lo so, ma la linea comune deve essere quella di lavorare senza farsi prendere dal panico, non seguiamo la Borsa, liberandoci delle scorte che sicuramente tutti abbiamo in cantina, generando una guerra dei prezzi: ci vuole una ripresa ordinata. Sul campo bisogna quindi lavorare sulla qualità, intervenendo sulle rese basse, seguendo una direzione che in molti hanno già intrapreso da anni”.
Il settore finanziario, nel suo complesso e quindi anche nell’ottica dell’imprenditoria vinicola, “deve pensare che le imprese avranno bisogno di maggiore liquidità, che bisogna crearla assistendo le imprese. In quest’ottica stiamo lavorando con due piattaforme, entrambe con un piede in Lombardia ed uno in Veneto, dove intervengono, intorno al tavolo, realtà che hanno competenze multisettoriale. Noi siamo specialisti nella finanza d’impresa nell’ambito dello smobilizzo del circolante e di conseguenza sappiamo quali sono le tematiche dell’impresa relative al circolante Italia-estero. Ma l’azienda che non vende - continua il presidente di Generalfinance - non ha fatture da smobilizzare, quindi sicuramente serviranno degli aiuti a livello di medio termine, per questo stiamo mettendo insieme, su tutto il territorio nazionale, dei gruppi di lavoro già operativi di cui fanno parte gli studi legali, società che si occupano di private equity, società che si occupano di merger & acquisition, che possano assistere le aziende nel consolidamento del capitale, e società come la nostra, altre che si occupano di medio termine, oltre agli studi dei professionisti. Quello che stiamo facendo è lavorare per pubblicare, dalla settimana prossima, strumenti efficaci per cercare di aiutare gli imprenditori nelle loro esigenze. Le problematiche delle imprese, ragionevolmente, si manifesteranno nelle prossime settimane, ma molto dipende dall’effettiva data di riapertura - mi auguro che da dopo Pasqua, con gradualità ed intelligenza, le attività possano ripartire - che si tornerà a dare respiro alle imprese”.
Proposte di cui anche il settore del vino, evidentemente, può beneficiare, facendo forza su un plus, “il magazzino, che rappresenta una ricchezza incredibile per chi fa vino di qualità: ci sono strutture - ricorda il proprietario de La Collina dei Ciliegi in Valpantena (nel territorio della Doc Valpolicella) - che insieme a noi si occupano di finanza, e strumenti, che, in qualche modo, rendono liquido il magazzino, che possono intervenire attraverso lo smobilizzo ed il sostegno al circolante, agli ordini ed alle fatture Italia-estero, mentre uno dei nostri partner si occupa di operazioni di finanza legate sia al valore intrinseco dell’azienda che alla valorizzazione dell’asset magazzino. Nel mondo del private equity ci sono poi veicoli atti a rendere liquido il liquido meraviglioso che abbiamo nelle nostri botti attraverso operazioni di finanza, che possono dare il booster per riprendere immediatamente l’attività e sostenere gli investimenti. Teniamo anche conto che i network di cui stiamo parlando - che coinvolgono GeneralFinance, Studio Legale La Scala, Neafidi di Vicenza, Banca del Ceresio di Milano, Legalmondo, Andaf e Banca Progetto - vantano una grande expertise nel mondo vinicolo, e in ogni caso sono ricette da applicare a qualsiasi tipo di azienda. Da quelle del vino a quelle di distribuzione passando per quelle di catering e dell’ho.re.ca., ognuno ha bisogno di un suo intervento, e con queste piattaforme, con cui collaboriamo da tantissimi anni, ci è venuta l’idea di renderle pubbliche per metterci al servizio degli imprenditori”.
Fondamentale, infine, il livello politico, da cui “deve arrivare la risposta più importante, perché se non riusciamo ad avere una programmazione è difficile. La burocrazia - sottolinea Gianolli - deve capire che c’è un mondo di economia reale, fatto di aziende ed imprenditori, che devono poter contare su una qualche certezza. Si crea confusione, scoramento e incertezza, per questo è giusto preparare un programma chiaro e mirato, con un calendario, da verificare e rivedere attraverso un Comitato scientifico ed uno politico di alto livello, ma quello che chiediamo, come sistema finanziario ed imprenditoriale, è di avere idee chiare. Specie su un percorso organizzato di che cosa dovrà accadere, ragionevolmente, passata Pasquetta”. Infine, il terzo elemento, è quello che riguarda “la voglia di ripartire dai blocchi di partenza, tutti insieme, per recuperare il tempo perso ed il danno economico che questa situazione ha generato”. Anche perché, il virus “ha colpito non solo le persone, ma anche le aziende: il nostro sistema sanitario, anche in emergenza, ha salvato vite, adesso è necessario che tutti coloro che, in questo momento, possono mettere in campo attività, cervelli, finanza e strumenti pratici, che permettano agli imprenditori di pagare stipendi e contributi, lo faccia. Qualche aziende, probabilmente, non ce la farà a sopravvivere - conclude Gianolli - ma tante altre riapriranno ancora più forti di prima. Lottando e ripartendo con grande lena riusciremo ad uscirne”.

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