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L’ANALISI

Ristorazione e alloggio, i numeri della difficoltà dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro

I dati del Bollettino annuale 2022 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal
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Un cuoco (ph: Johnathan Macedo via Unsplash)

Nel 2022, uno dei grandi temi che ha toccato il mondo della ristorazione, è stato quello dell’occupazione, e non per una mancanza di offerta, quanto per la difficoltà manifestata universalmente de ristoratori e gestori di bar e locali nel trovare lavoratori. Con i primi che hanno messo sotto accusa il “reddito di cittadinanza” e la presunta scarsa voglia di lavorare e di fare sacrificio delle persone, i secondi gettando strali contro turni e orari ritenuti non adeguati. Fatto sta che domanda e offerta, in una ripartenza dalla pandemia che avrebbe fatto immaginare ben altro, hanno fatto fatica ad incontrarsi. Ed a spiegare, in sintesi, i motivi è il Bollettino annuale 2022 del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che contiene, tra gli altri, i dati sul settore.
A partire dal fatto che nel 2022, guardando alle qualifiche professionali, al primo posto per entrare programmate, c’era proprio quello a indirizzo ristorazione (256.000 unità), e al quarto posto quello della trasformazione agroalimentare (70.000 unità). Ebbene, guardando i cuochi di alberghi e ristoranti, emerge che le entrate sono state 211.600, di cui ben 98.260 di “difficile reperimento”. Tanto che in media la ricerca è durata 3,7 mesi. Con la motivazione principale che è stata la mancanza di candidati (30%), seguita dalla mancanza di preparazione (13%). Per camerieri e professioni assimilate, le entrate sono state 365.820, di cui 162.440 di difficile reperimento, con un tempo di ricerca medio di 2,9 mesi, e anche qui la motivazione principale della difficoltà di trovare lavoratori è stata la mancanza di candidati (29%), e poi la mancanza di preparazione (11%).
Dal lato della domanda, se si guarda ai cuochi, le caratteristiche più richieste sono l’esperienza (83,4%) ed il fatto che siano under 30 (23,5%), mentre solo il 9,4% delle richieste vede come caratteristica desiderata il genere femminile. Tra i camerieri, la richiesta di esperienza come caratteristica principale scende al 68,8%, quella di essere under 30 sale al 46,7%, così come quella del genere femminile, che è del 20%.

Uno spaccato settoriale, che si inserisce in un contesto generale ugualmente complesso: a fine 2022 le imprese con lavoratori dipendenti operanti nell’industria e nei servizi che hanno pianificato assunzioni si sono attestate sulla quota del 60%, dato analogo allo scorso anno. Sono cresciute in modo significativo le entrate previste, 5,2 milioni, in aumento dell’11,6% rispetto al 2021 e del 12,2% se confrontato con il 2019; la difficoltà di reperimento è stata in aumento per tutti i profili professionali: sono quasi due milioni le assunzioni per le quali le imprese nel 2022 hanno riscontrato difficoltà, circa 600.000 in più rispetto all’anno scorso, ma quasi il doppio di quanto evidenziato prima della pandemia.
Guardando al 2023 appena iniziato, sono oltre 57.630 le assunzioni previste nel settore di alloggio, ristorazione e servizi turistici a gennaio 2023, e 184.040 quelle previste nel primo trimestre dell’anno. Chissà se domanda e offerta saranno più capaci di trovare un punto di incontro.

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