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Ristorazione italiana e marketing: come ce la caviamo? Secondo TripAdvisor, non peggio di Stati Uniti, Spagna, Francia e Gran Bretagna. Tanto social network, ma poco tempo. E la maggioranza (71%) concorda che bisogna investire di più

Che rapporto hanno i ristoranti italiani con il marketing? Simile a quanto avviene in Spagna, Francia, Stati Uniti e Gran Bretagna: la maggior predilige l’uso di social network, vi dedica il 10% del tempo, ma ritiene di doverci investire di più. Ecco in breve il quadro che emerge dal sondaggio che TripAdvisor, uno dei più importanti siti di ristoranti al mondo, ha condotto sui propri partner, per conoscere meglio le tendenze di marketing che oggi incidono sulla ristorazione: l’indagine riguarda i 5 Paesi citati e ha coinvolto un campione di 2.157 soggetti, fra ristoranti che si sono registrati come proprietari o gestori del profilo sulla piattaforma online (www.tripadvisor.it).
In riferimento al tempo dedicato alla promozione della propria attività, l’Italia in particolare risulta essere l’unica a dedicare il 25% del tempo al marketing per oltre un quarto dei ristoratori; poco meno della metà invece vi dedica il 10% del tempo (in linea con la media dei 5 Paesi: 56%). Solo il 4% però ha assunto una persona dedicata alla promozione, superato da un 6% di investimenti sulle consulenze esterne (in controtendenza rispetto alla media globale, dove il 9% ha assunto un dipendente e il 3% ha impiegato invece un consulente esterno). È sufficiente? Pare di no. La stragrande maggioranza (in media il 71%) dei ristoratori italiani (78%), statunitensi (85%), inglesi (80%) e spagnoli (72%) ritiene di poter fare di più, eccetto i francesi, che al 56% dichiara di essere soddisfatto delle risorse impiegate.
Sull’efficacia dei diversi canali, i ristoratori a livello mondiale sono concordi nel riferire che i canali di marketing più efficaci per aumentare il giro d'affari sono i social network, seguiti dai servizi di pubblicità online e dal marketing per i motori di ricerca. Gli stessi partecipanti hanno indicato i servizi di voucher/coupon online come i meno efficaci in assoluto. È interessante osservare che la pubblicità cartacea non figura tra i primi tre canali più efficaci, nonostante si piazzi tra i primi tre canali più popolari in cui i ristoratori investono il budget dedicato al marketing, che in Italia è infatti distribuito per il 77% sui social network, per il 60% sulla pubblicità cartacea e per il 57% sul marketing per i motori di ricerca (soppiantato all’estero dalla pubblicità online).

Una volta scelto il canale su cui investire e l’ammontare dell’investimento, non reste che “vedere l’effetto che fa”. In Italia, coerentemente ai dati delle altre nazioni, il 93% dei ristoratori riferisce di monitorare regolarmente la reputazione online della propria struttura; di questi, la maggioranza dei ristoratori a livello mondiale dichiara di farlo più volte a settimana. Chi invece non ha tempo, si rivolge ad un servizio esterno: sia negli Stati Uniti che nel resto dei Paesi, è il 13% dei partecipanti a pagare professionisti affinché tengano d’occhio i riscontri che ottengono sul web.

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