A volte, in tempi di social, le immagini, che siano reali o solo verosimili, valgono più di parole e riflessioni. E sebbene la crisi profonda della ristorazione in tempo di pandemia sia ormai un fatto consolidato, purtroppo, mentre continuano ad arrivare norme che limitano e penalizzano in maniera profonda le attività di ristorazione d’Italia, ma non novità consistenti su ristori e sostegni, sta facendo il giro del web e dei media una foto che ritrae una giovane cuoca seduta con la testa china e le braccia incrociate davanti alla sua cucina, ovviamente spenta.
Immagine già da molti eletta a simbolo di una crisi che pare senza fine, e che, da oggi, con l’entrata in vigore del nuovo decreto legge del Governo Draghi per fermare la crescita dei contagi, vede di nuovo fermarsi tutti i ristoranti di un’Italia tutta zona rossa o arancione (ad eccezione della Sardegna, in zona bianca, e della possibilità di lavorare con il delivery e l’asporto, ndr).
Una batosta, l’ennesima, per uno dei settori più colpiti, che, nel 2020, ha lasciato sul campo 34 miliardi di euro sugli 84 miliardi di di euro del fatturato 2019, secondo la Fipe/Confcommercio, e che vive una emorragia che non si arresta con ricadute su tutta la filiera produttiva dell’agroalimentare italiano, compreso, evidentemente, il vino.
Secondo la Coldiretti, la stretta che da oggi, per 3 settimane, arriva a Pasqua e Pasquetta incluse, chiude il servizio al tavolo e al bancone in bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi in tutta Italia, porterà una ulteriore perdita stimabile in 5 miliardi di euro.
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