Una terra madre e non matrigna. Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nel discorso che ieri ha aperto Terra Madre, l’evento legato al Salone del Gusto di Torino, ha sottolineato la sua ammirazione per gli impegni e gli obiettivi che Slow Food, con l’organizzazione delle manifestazioni, cerca di raggiungere per la salvaguardia del cibo di tutto il mondo all’insegna della biodiversità.
Un progetto in cui “l’Italia e l’Europa possono svolgere un importante ruolo per affrontare la grande sfida della tutela di un ambiente troppo spesso devastato da una crescita senza regole e da un cieco sfruttamento di risorse preziose come l’acqua e la terra”.
Napolitano ha sottolineato come Terra Madre abbia riunito contadini, allevatori gastronomi, chef e ricercatori di tutto il mondo, e come le 1600 comunità del cibo che si sono costituite rappresentino “un passo avanti nel difficile cammino volto a promuovere – in tanti Paesi che soffrono per gravi problemi di fame e lavoro, sottosviluppo e sperpero delle risorse naturali e locali – un processo concreto di sviluppo interno solido e realmente fondato”.
Un nuovo modo, questo, di concepire l’agricoltura anche come strumento di sviluppo culturale all’insegna del “buono, pulito e giusto” che traccia le linee guida del weekend torinese.
Il Presidente ha poi posto l’accento sull’importanza di creare una rete che coinvolga tutta la società in questo sforzo di cooperazione, e ha preso come esempio l’Alleanza delle donne di Ladak, in India, un’organizzazione che ha come obiettivo quello di migliorare le condizioni di vita delle donne in quelle zone rurali ma al contempo difendere i prodotti e la cultura locali.
Napolitano ha precisato che l’attenzione alla produzione e al consumo di qualità “non è la fisima di un manipolo di egoisti e gaudenti, ma il manifestarsi di una matura consapevolezza da parte di chi, per lavoro e per passione, è un cultore del gusto”. Una consapevolezza che può trasformarsi in educazione al mangiare bene in generale, guardando alla qualità e alla salute.
L’attività dell’associazione di Petrini, secondo la più alta carica dello Stato, si collega alle iniziative promosse a Torino dalle Nazioni Unite e a quelle del polo agroalimentare dell’Onu che ha sede a Roma, e “che rivolgono quest’anno la loro attenzione all’abolizione del lavoro forzato e a tutte le forme di sfruttamento del lavoro”, ha detto in conclusione, auspicando che “la nostra Terra sia davvero una madre per tutti”.
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