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SALONE DEL GUSTO 2006 - OLTRE 1.500 COMUNITA’ DEL CIBO PROVENIENTI DA 150 PAESI RIUNITE A TORINO: SI E’ APERTA IERI LA SECONDA EDIZIONE DI TERRA MADRE

Richiamati dai canti di risaia delle mondine del coro di Novi di Modena si sono riuniti ieri nell’assemblea plenaria di Terra Madre all’Oval di Torino, i delegati di 1583 comunità del cibo provenienti da 150 Paesi. Ad accogliere sul palco la colorata sfilata delle bandiere di ogni nazione c’erano l’ospite d’onore, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Carlo Petrini, presidente della Fondazione Terra Madre, insieme al ministro delle Politiche Agricole e Forestali Paolo De Castro. Numerosi anche i rappresentanti delle istituzioni piemontesi: il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, il presidente della Provincia Antonio Saitta e la presidente della Regione Mercedes Bresso.
Dopo gli onori di casa del sindaco, che ha elogiato la “sana follia” di Petrini e ha ricordato come il grande affetto e spirito d’ospitalità olimpico dei torinesi si stia mostrando di nuovo in questi giorni per Terra Madre, la presidente Bresso ha definito la grande kermesse come «l’internet delle produzioni di qualità, cioè quella rete capace di infrangere le regole del ferreo mercato globale, mettendo in contatto produttori e consumatori. Il Piemonte, ha concluso, vuole essere il promotore e la culla di questa rete».
È toccato a Carlo Petrini interpretare e spiegare gli ideali che spingono agricoltori, allevatori e pescatori di tutto il mondo a riunirsi a Torino oggi, come due anni fa, in occasione della prima edizione. «Allora - ha detto Petrini - abbiamo preparato il terreno, arandolo e concimandolo, ora tocca seminarlo per rendere credibile e concreto il messaggio di Terra Madre. Il pianeta è in grave pericolo e l’unico modo per ottenere un’inversione di tendenza è credere nell’economia locale, fatta di luoghi e persone che agiscono seguendo non le regole del mercato, ma quelle della solidarietà. La Terra è spaccata, da una parte gli obesi, dall’altra coloro che soffrono la fame; per bilanciare il sistema è necessario rilocalizzare l’economia». In conclusione è stato ribadito lo slogan delle battaglie di Slow Food: il cibo deve essere buono, pulito e giusto, anche quando dove c’è fame e miseria, come dimostrano molte comunità, che anche in guerra e povertà riescono a rispettare questi valori, perché, come ha detto Petrini, «se la terra è madre, la fraternità sarà il collante di questa quattro giorni».

Severissima quanto legittima la denuncia lanciata da Aminata Taorè, scrittrice ed ex ministro del Mali, nonché fondatrice del Forum Sociale dell’Africa, che ha accusato l’Europa di dimenticare un continente a lei così vicino. «Se i miei concittadini muoiono nei viaggi della speranza verso l’Italia è perché nessuno è stato capace di dar loro una dignità economica e morale. Gli africani amano la loro terra e tornerebbero ad abitarla, se solo fosse garantito il minimo di sussistenza».
Il giornalista libanese Kamal Mouzawak ha riassunto il segreto di Terra Madre, che è «iniziativa fatta e promossa da uomini in carne e ossa, non solo da istituzioni e rappresentanti diplomatici. Qui si possono discutere i problemi di agricoltura e ambiente perché vengono raccontati da coloro che li vivono in prima persona e non in modo indiretto. Il futuro è nelle mani dei piccoli produttori e consumatori, perché, se si vuole dare una svolta al mercato globale, bisogna concentrasi sul metodo di commercio. Se il mondo è una piramide, i contadini sono la base su cui essa poggia e questa è la loro forza». Ha suscitato emozione Kamal quando ha ricordato i problemi della sua terra: «In Libano siamo in guerra da vent’anni perché è mancata la volontà di capirsi e ha prevalso l’egoismo».
Le speranze dell’Europa orientale sono state interpretate dal bielorusso Ihar Danilau. produttore della regione di Minsk: «Noi siamo l’esempio di come la volontà e la semplicità riescano a vincere anche in una terra senza risorse come la Bielorussia. Noi contadini dobbiamo diventare i difensori della biodiversità contro l’arroganza delle multinazionali, sempre con lentezza, come ci insegna Slow Food. Produttori di tutto il mondo unitevi!» questo il grido rivoluzionario con cui ha chiuso il discorso.

A nome dell’America Latina ha parlato Moises Quispe Quispe, presidente dell’Anpe, l’associazione dei produttori ecologici: «Siamo a Torino non solo per ribadire il nostro no agli ogm, ma anche per conoscerci e scambiarci esperienze: siamo tutti fratelli, che vogliono diventare paladini della biodiversità e dell’ecologia».
Doppio intervento statunitense per la cuoca Alice Waters e lo scrittore-docente Michael Pollan, che hanno ripercorso le tappe della loro esperienza californiana a Berkeley e raccontato le difficoltà di convertire il popolo del fast allo slow food. «Quando abbiamo iniziato eravamo pochi e mal organizzati, oggi siamo un vero movimento economico e sociale. Terra Madre serve a creare un arcipelago di tante piccole isole solitarie. Solo con azioni condivise si riuscirà a educare le nuove generazioni per ricostruire una catena di produzione buona, pulita e giusta».
I lavori dell’assemblea sono stati conclusi dal presidente Giorgio Napolitano: «Gli obbiettivi di Terra Madre sono talmente riconosciuti e importanti che sono stati condivisi anche dalle Nazioni Unite. Bisogna ridare dignità ai lavoratori della Terra, soprattutto le donne, aprendo i mercati europei ai prodotti sostenibili e ribadendo un no deciso allo sfruttamento e alla schiavitù»..

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