SALUTE - UNA RICERCA USA SPIEGA CHE LE TEENAGER SONO PIU’ MAGRE CON PRIMA COLAZIONE

Le ragazze che consumano la prima colazione soprattutto a base di derivati dai cereali accompagnati da latte o succo di frutta sono piu’ magre di quelle che abitualmente “saltano” il primo pasto della giornata. La novità che emerge da uno studio del Maryland Medical Research Institute è commentata positivamente dalla Coldiretti che evidenzia come si tratti di una bella scoperta per gli italiani che nell’ultimo anno hanno aumentato il consumo di derivati dei cereali per prima colazione come biscotti, fette biscottate wafers e cereali.
Lo studio - riferisce la Coldiretti - ha coinvolto circa 2400 ragazze provenienti da California, Ohio e Maryland di età compresa tra i nove e i diciannove anni per un periodo di ben dieci anni ed è stato pubblicato questo mese di settembre sul “Journal of the American Dietetic Association”. Le ragazze che consumano normalmente una colazione a base di cereali hanno in media un indice di massa corporea, riferibile al grado di obesità, nettamente inferiore a quelle che non mangiando a colazione, secondo la ricerca, sono più portate a nutrirsi di cibi grassi durante la giornata.
Per gli studiosi infatti chi fa colazione in modo regolare è meno portato a “mangiucchiare” tra i diversi pasti e a consumare snack calorici con effetti disastrosi per la linea. Peraltro - riferisce la Coldiretti - anche i cibi che accompagnano il consumo di derivati dei cereali nella prima colazione sono normalmente salutari come latte, the e succhi di frutta che collaborano “all’effetto dimagrante” messo in luce.
In Italia - continua la Coldiretti - è aumentato il consumo domestico di derivati dei cereali per la prima colazione per i quali gli italiani hanno speso ben 2,1 miliardi di euro per l’acquisto di quasi 477mila tonnellate di prodotti (+ 1,7%). Ad essere preferiti tra le mura di casa - conclude la Coldiretti - sono i biscotti (+1,7%), seguiti da brioche (+0,2%), fette biscottate (+2%) e cereali che con un +5,9% registrano la crescita più rilevante.