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SALUTE & UNIONE EUROPEA - META' DEI RISCHI ALIMENTARI VIENE DALL'ESTERO. COLDIRETTI: CASI RISCHI SONO AUMENTATI DEL 22%

Quasi la metà (il 46%) delle notifiche di rischio per la sicurezza alimentare comunicate dagli Stati dell'Unione Europea riguardano prodotti importati da Paesi extracomunitari e respinti alle frontiere dell'Unione perché ritenuti dannosi per la salute. Lo afferma la Coldiretti sulla base del rapporto annuale sul sistema di allerta rapida per le derrate alimentari e per gli alimenti per gli animali (Rasff) pubblicato dalla Commissione, dal quale emerge che quest'anno i casi di rischio sono aumentati del 22% per un totale di 3158 notificazioni segnalate nel 2005.
Si tratta di un risultato che - sottolinea la Coldiretti - "evidenzia la necessità di accelerare il percorso intrapreso a livello comunitario anche con l'estensione a tutti i prodotti alimentari dell'obbligo (già in vigore nella Unione Europea per carne bovina, uova, miele, ortofrutta fresca) di indicare nelle etichette l'origine della componente agricola impiegata per ridurre i rischi e favorire i controlli per assicurare il rispetto di adeguati standard socio ambientali anche nelle produzioni importate".
Secondo il rapporto Rasf della Commissione, i casi di rischio più frequenti che si sono verificati nell'Unione Europea nel corso del 2005 hanno riguardato la presenza di micotossine, di microrganismi nocivi (salmonella ...) e di sostanze illegali (colorante Sudan, ...), ma anche del colorante Itx, sostanza chimica presente nelle confezioni di latte destinato ai neonati.
"Si tratta di situazioni che - sottolinea la Coldiretti - coinvolgono direttamente l'Unione Europea, che è il principale importatore mondiale di prodotti agroalimentare e ha il dovere di svolgere un ruolo di leadership nel garantire la sostenibilità del commercio dal punto di vista sanitario, ambientale e sociale".

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