Dalla salvaguardia delle produzioni intese anche come patrimonio culturale di interi territori, alla definizione del significato intrinseco dei marchi Dop e Igp, fino alla riconosciuta esigenza del legislatore europeo di prevederne una tutela sui generis, specialmente per quei marchi collettivi che in aree geografiche extra-Ue godono di tutela inferiore rispetto a quella concessa ai marchi commerciali, nell’ottica di un pieno ed effettivo riconoscimento dei diritti di proprietà intellettuale ad essi connessi, soprattutto all’interno degli accordi bilaterali e multilaterali che l’Unione europea sottoscrive con i Paesi terzi. Salvaguardia, definizione e protezione sono quindi i tre capisaldi dell’attività associativa portata avanti nel 2017, di cui fa un bilancio l’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig), che rappresenta la maggioranza dei Consorzi di tutela di Dop e Igp (www.aicig.it).
In queste attività, a rivestire un ruolo da protagonista sono le realtà consortili, per le quali si rende necessario procedere secondo un approccio articolato, ma soprattutto condiviso: a fare la differenza è l’esperienza e le buone pratiche messe in atto nello svolgimento delle funzioni pubbliche a cui vengono delegate, anche attraverso un dialogo costante con organizzazioni di settore di altri Paesi europei. Se a livello nazionale infatti essi agiscono con specifiche e mirate attività di vigilanza, a livello internazionale si fanno portavoce degli interessi rappresentati con accordi di libero scambio multilaterale, se l’abuso proviene da Paesi extracomunitari (come, ad esempio, nel caso del Ceta, con il Canada o in quelli recentemente siglati con Cina e Giappone).
Nelle attività dell’Associazione Italiana Consorzi Indicazioni Geografiche (Aicig), va anche avanti con successo l’azione di contrasto alle frodi online intrapresa insieme a Federdoc, all’Ispettorato centrale repressione frodi - ICQRF e ai colossi dell’e-commerce Ebay, Amazon e Alibaba: grazie alla ratifica di specifici accordi oggi appare infatti più facile intervenire, facendo rimuovere gli annunci di vendita posti a violazione dei prodotti. Ciò significa disporre di un efficace strumento di tutela del consumatore che in questo modo può ricevere maggiori garanzie di autenticità per il made in Italy agroalimentare acquistato in rete.
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