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“SBLOCCARE POSSIBILITÀ DI PAGARE AI FORNITORI UNA PARTE DI ARRETRATO, PER 9 MILIARDI ”: È L’APPELLO AL GOVERNO DEL TAVOLO DELLE IMPRESE DEI SERVIZI, DOMANI IN PIAZZA A ROMA (CON L’ANCI), PER I RITARDATI PAGAMENTI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

“Sbloccare la possibilità di pagare ai fornitori una parte di arretrato, per una cifra di 9 miliardi di euro”. È l’appello al Governo del Taiis, il Tavolo Interassociativo Imprese dei Servizi, che riunisce oltre tredici associazioni di imprese del settore, aderenti a Agci, Confapi, Fipe-Confcommercio, Confcooperative, Confesercenti, Confindustria, e Lega delle Cooperative, che rappresentano complessivamente 18.000 aziende (di cui molte nei settori della ristorazione collettiva), per un totale di 50 miliardi di valore della produzione e 875.000 lavoratori impiegati, che scende in piazza domani a Roma, appoggiando l’iniziativa dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (Anci), sul tema dei ritardati pagamenti della Pubblica Amministrazione al settore dei servizi.

Da diversi anni, sottolinea il Taiis, il tema dei ritardati pagamenti è oggetto delle nostre iniziative: molti settori dei servizi, infatti, sono caratterizzati, tra l’altro, da un’alta incidenza del costo della manodopera e, pertanto, i mancati pagamenti costituiscono un problema che si scontra con la necessità di garantire mensilmente la corresponsione di salari e contributi ai lavoratori. La normalizzazione dei flussi finanziari, continua il Taiis, e il rispetto di quanto previsto dalla Direttiva Ue n. 7/2011, nonché dalla corrispondente legge di recepimento nell’ordinamento italiano, il D.Lgs. 192/2012 di novembre 2012, possono rappresentare una delle azioni utili ad attenuare la pesantissima crisi economica che sta attanagliando l’Europa e, in particolare, l’Italia.

Inoltre, conclude il Taiis, si rende indispensabile trovare una soluzione che escluda dalle regole del patto di stabilità i crediti pregressi all’entrata in vigore delle citate normative e nel frattempo occorre comunque che il Governo sfrutti appieno la possibilità, secondo quanto il recente Consiglio Europeo ha indicato, di arrivare al tetto del 3% del deficit annuo.

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