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SCATTA L’AUMENTO IVA, CHE PASSERÀ DAL 21 AL 22%. TRA I TANTI SETTORI COLPITI, QUELLO DEL VINO. IL PERICOLO, ADESSO, È CHE POSSA RIVELARSI IL COLPO DI GRAZIA AI CONSUMI INTERNI, IN CALO DA ANNI, E GIÙ DEL 7,2% ANCHE NEL 2013

Sembrava si potesse scongiurare, adesso, invece, appare inevitabile: l’aumento dell’aliquota Iva, che passerà dal 21 al 22%, scatterà domani e, tra gli innumerevoli prodotti che ne pagheranno le conseguenze, anche il vino, oltre alle bevande gassate, ai superalcolici, alla birra, ai succhi di frutta e, persino, l’acqua minerale. Calcolare il danno, al momento, è del tutto impossibile, e neanche troppo utile, ma quello che salta immediatamente all’attenzione è quanto capiti nel momento sbagliato: i consumi interni di vino, ormai da anni, sono in calo costante, nel 2013 addirittura del 7,2% sul 2012, e con un potere d’acquisto deteriorato dalla crisi, l’ennesimo aumento della pressione fiscale che, nella migliore delle ipotesi, pagheranno a metà produttori e consumatori, non aiuta certo la ripresa.
Ma l’effetto più evidente dell’aumento dell’aliquota Iva, come dice la Coldiretti, analizzando i dati Nielsen, si avrà dall’immediato aumento del prezzo della benzina con il 43% cento degli italiani che userà meno l’auto, a dimostrazione del fatto che si compensano i rincari provocati dall’Iva con minori consumi. L’inflazione a settembre è in calo secondo l’Istat anche perché il carrello della spesa si svuota, con gli italiani che hanno tagliato del 4% gli acquisti alimentari. L’innalzamento dell’aliquota Iva dal 21 al 22% sui carburanti avrebbe un effetto valanga sull’88% della spesa degli italiani che viene trasportato su strada con il 68% dei consumatori che taglia sull’abbigliamento, mentre il 57% degli italiani per risparmiare sceglie prodotti più economici nel largo consumo. Una tendenza confermata dall’andamento dell’inflazione con i prezzi dei prodotti alimentari e delle bevande analcoliche che a settembre su base congiunturale sono addirittura scesi (- 0,1%) con cali fino al - 4,6% per la frutta fresca e al - 2,5% per i vegetali freschi.
L’aumento dell’aliquota a tavola - sottolinea la Coldiretti - colpisce direttamente i bicchieri degli italiani con rincari dalle bevande gassate ai superalcolici, dai spumanti alla birra, dai succhi di frutta al vino, fino all’acqua minerale, mentre sono esclusi la maggioranza dei prodotti di largo consumo come frutta, verdura, carne, latte e pasta. In realtà per effetto della riduzione del potere di acquisto generale ad essere coinvolto - continua la Coldiretti - è l’intero sistema economico che si trova già in una fase recessiva. Se si vuole ripartire il primo punto da affrontare - conclude la Coldiretti - è quello di non penalizzare ulteriormente i consumi riducendo ulteriormente il potere di acquisto, compromesso dalla crisi.

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