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SCIOPERO TIR: DALLA SICILIA ALLA LIGURIA, DALLA SARDEGNA ALLA LOMBARDIA, TANTISSIMI DISAGI E DANNI INGENTI PER LE AZIENDE AGRICOLE … A RISCHIO ANCHE IL “MADE IN ITALY” ALL’ESTERO

Frutta, verdura, latte. Ma non solo, anche carni, formaggi e animali vivi. Continuano i disagi e aumentano i danni per le aziende agricole che producono merci deperibili e che in questa settimana devono consegnare alla grande distribuzione in vista delle feste di Natale. “A rischio - spiega Confagricoltura - proprio la settimana più importante dell’anno”.

Guardiamo, in particolare regione per regione … In Sicilia il blocco dello stretto di Messina impedisce il ritiro dell’ortofrutta e di effettuare le consegne programmate. Nella aziende agricole si è stati costretti a bloccare la raccolta, con migliaia di operai fermi, con costi ingenti e ricavi annullati. In Liguria il fermo alla frontiera di Ventimiglia sta mettendo in seria difficoltà le imprese che esportano frutta, verdura e fiori in Francia e Inghilterra, dove in questo momento la richiesta è altissima. In Sardegna forse non ci sono troppi disagi per la distribuzione interna, perché non tutti i piccoli autotrasportatori hanno aderito allo sciopero, ma sono praticamente ferme nei porti le merci dirette al continente: pomodori, agrumi. E si guarda con forte preoccupazione ai prossimi giorni per quanto riguarda la carne di agnello. In Lombardia, in Veneto e nelle altre zone a vocazione zootecnica gli allevamenti sono in estrema difficoltà. Il latte - spiega Confagricoltura - si deve comunque mungere, con costi ingenti per le aziende. E c’è il problema vivissimo dello stoccaggio per il surplus che non viene ritirato.

Confagricoltura, pur rispettando le rivendicazioni degli autotrasportatori, chiede di trovare al più presto una soluzione che permetta alle aziende agricole di riprendere il normale ciclo lavorativo. “Questo episodio – rimarca Confagricoltura – ripropone con forza il problema dell’inefficienza del nostro sistema di trasporti, che è molto sbilanciato verso quello su gomma: l’84% delle merci viaggia in autotrasporto, solo l’1,43% via ferrovia, ed è praticamente trascurabile l’incidenza dei sistemi intermodali. Un sistema i cui costi, assieme a quelli della logistica incidono per oltre il 30% sul fatturato delle imprese”.

E Coldiretti aggiunge … che così facendo “crolla anche il made in italy all’estero, dove negli scaffali lasciati vuoti si riempiono con prodotti dei paesi concorrenti”, che sottolinea anche “che i ritardi nelle consegne e l’incertezza sui tempi di soluzione della crisi stanno provocando danni al Made in Italy irrecuperabili anche all’estero dove i paesi concorrenti stanno occupando gli spazi di mercato lasciati liberi per colpa dei blocchi stradali”.

Se complessivamente si stima per l’agroalimentare una perdita intorno ai 50 milioni di euro al giorno tra invenduto e deprezzamento delle merci, il danno all’estero riguarda soprattutto - sottolinea la Coldiretti - i prodotti ortofrutticoli freschi destinati al nord Europa come gli agrumi del mezzogiorno che non riescono a raggiungere i mercati al consumo a vantaggio di quelli spagnoli. E il problema - continua la Coldiretti - coinvolge anche tutte le specialità alimentari natalizie destinate all’estero che rischiano concretamente di non arriva in tempo. “Anche se le preoccupazioni riguardano per il momento soprattutto i prodotti deperibili, si potrebbero presto estendere - spiega ancora la Coldiretti - a tutti gli alimenti con effetti sulla distribuzione delle specialità tradizionali del Natale”.

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