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SCIOPERO TIR, IL GOVERNO INTERVENGA SUBITO. SCAFFALI VUOTI E SUI PREZZI È GIÀ SPECULAZIONE. PER GLI AGRICOLTORI SITUAZIONE ORMAI INSOSTENIBILE. LA CIA: “NON C’È PIÙ TEMPO DA PERDERE”

Non si può andare oltre: il governo deve intervenire e rimuovere subito tutti i blocchi dei tir per consentire la libera e immediata circolazione delle merci. Questo prolungato sciopero degli autotrasportatori sta rischiando davvero di portare l’agricoltura al collasso, senza contare le conseguenze sui consumatori che oggi pagano il doppio del prezzo per comprare un chilo di zucchine. Lo afferma la Cia - Confederazione Italiana Agricoltori.

I produttori non ce la fanno più. Non bastava la stangata della manovra, che con l’Imu sui terreni, sui fabbricati rurali e sui beni strumentali all'attività agricola si abbatte ben tre volte sulle aziende del settore. Non bastava neppure il “caro-gasolio”, che sta facendo esplodere i costi produttivi degli agricoltori, con un aumento del 150% in due anni e un aggravio di spesa di 5mila euro ad impresa. Ora la protesta dei tir in tutt’Italia può paralizzare definitivamente il comparto, visto che nello Stivale 9 prodotti agroalimentari su 10 viaggiano su gomma per arrivare dal campo alla tavola.

I danni al settore sono pesantissimi. Solamente in Sicilia - stima la Cia - il settore lattiero-caseario ha perso più di 4 milioni di euro a causa del mancato invio, alle centrali di trasformazione nel Catanese e in Calabria, di oltre 4 mila tonnellate di latte. E la situazione nel settore ortofrutticolo è ancora più grave: il blocco dei trasporti ha impedito la raccolta e la distribuzione di almeno 40.000 tonnellate di frutta e verdura, con mancati ricavi per quasi 60 milioni di euro. A cui però tocca aggiungere anche il danno commerciale legato alla perdita di commesse, a tutto vantaggio dei nostri competitor stranieri. Da quando è cominciata la protesta dei tir, infatti, le importazioni di ortaggi da paesi come Spagna e Maghreb sono già aumentate del 30%.

Ma i danni cominciano a sentirsi - osserva la Cia - anche sul fronte delle famiglie. Questo tipo di scioperi, riducendo le forniture e svuotando gli scaffali dei supermercati, porta inevitabilmente speculazioni sui prezzi al dettaglio: prima di tutto sui prodotti freschi come frutta, verdura, carne e latte che sono altamente deperibili. In questi giorni in Sicilia i consumatori hanno fatto i conti con prezzi in aumento del 10-15% e, nelle ultime ore, si registrano rincari anche in molte altre parti d’Italia, con listini triplicati per zucchine, melanzane e verdura in genere. Ecco perché non si può più aspettare. Ora bisogna - conclude la Cia - interrompere il fermo degli autotrasportatori e risolvere una volta per tutte la questione “caro-carburante”, che penalizza tutti i settori produttivi, a partire dall’agricoltura, con conseguenze devastanti sui consumi delle famiglie italiane.

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