Api, che passione! Scoppia in Italia l’api-mania: ispirati da un crescente desiderio di contatto con la natura, di cibi genuini, di sapori veri e non omologati, gli italiani riscoprono il bello dell’auto-produzione. Ed ecco allora diffondersi gli orti sui balconi, in cui far crescere pomodori, melanzane e zucchine, ma anche le arnie nei giardini, per ricavare preziosi vasetti di buon miele. Di questa nuova tendenza si parlerà alla “Settimana del Miele” di Montalcino (8-10 settembre), la più importante rassegna nazionale del settore. Si moltiplica infatti dal Piemonte alla Sicilia l’esercito degli apicoltori per hobby, che dopo aver divorano libri e manuali specializzati comprano le arnie da sistemare in giardino o nell’orto per produrre il miele da soli, pronti a consumarlo in famiglia e regalarlo agli amici.
Come si fa a diventare apicoltori amatoriali? “Consiglio di cominciare con pochi alveari, al massimo 2 o 3 - spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale degli Apicoltori Italiani - così da imparare poco per volta tutti i segreti di questo mondo affascinante. I primi tempi inoltre è meglio farsi seguire da un apicoltore esperto. Sarebbe importante anche frequentare un corso di avviamento all’apicoltura tenuto dalle associazioni apistiche in molte province italiane. Non dimentichiamo poi la sicurezza: affumicatore, tuta, maschera e guanti sono parte indispensabile dell’attrezzatura apistica”. Due parole sul budget: quanto costa produrre da soli il proprio miele? “Ipotizzando un costo medio per alveare di 170 euro, al quale vanno aggiunti 300 euro per l’attrezzatura e per una prima formazione, bisogna prevedere un investimento iniziale di almeno alcune centinaia di euro” conclude Panella.
Ma non c’è solo il miele. Pappa reale, polline, propoli, cera d’api: sono molti i prodotti che è possibile ottenere da un alveare. E chissà che l’hobby non si trasformi in una fonte di guadagno: l’apicoltura è un’attività che, pur non richiedendo investimenti elevati e non comportando grossi rischi, può rappresentare una piccola fonte di reddito per chi ama la natura e intende esercitare un’attività part-time. Tra gli apicoltori amatoriali non mancano nomi famosi: come il cantante Sting, che nella propria tenuta toscana - tra il Chianti e il Valdarno - produce da anni vino, olio e naturalmente miele. O come Veronica Lario, moglie di Silvio Berlusconi, grande appassionata di api, di cui si occupa personalmente nell’enorme giardino della sua villa a Macherio. Ma questa mania non ha colpito solo l’Italia: in Giappone, dove la passione per le api è sempre stata grande (basti pensare che a questo animale sono state dedicate serie tv di cartoni animati diventate popolarissime anche da noi, come L’ape Magà e soprattutto L’ape Maia), alcune imprese commerciali hanno messo in vendita appositi “kit apicoli” con un genere di api adatte anche all’allevamento su terrazzi e giardini urbani. Per chi riuscisse a superare la paura e volesse diventare un piccolo apicoltore l’unico ostacolo rimane il prezzo, non certo alla portata di tutte le tasche: un “kit apicolo”, con minialveare e relativo libro di istruzioni, a Tokyo costa circa 100.000 yen (circa 700 euro).
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