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SE A DIFENDERE LA TRADIZIONE ENOGASTRONOMICA ITALIANA SCENDONO IN CAMPO LE “CONFRATELLITE”: DA QUELLA DEL TORTELLINO A BOLOGNA A QUELLA DELL’AMARONE, LA PROMOZIONE LA FANNO GLI “AFFILIATI”, ANCHE SUI SOCIAL NETWORK

Niente trame antigovernative, nulla da nascondere ed un obiettivo cristallino, difendere e diffondere le antiche tradizioni culinarie italiane: sono le Confraternite legate alle realtà gastronomiche del Belpaese, più goliardiche che serie, che stanno ormai diventando una vera mania. Alcune esistono da decenni, come la Confraternita del Tortellino, che nel lontano 1974 ha addirittura depositato alla Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Bologna, la ricetta dei tortellini, altre sono più recenti, ma non meno attive sui territori, come la Confraternita del maiale di Certosa, che a Pavia, in pochi mesi, ha già organizzato tre degustazioni a base di carne di maiale: “Gustando il maiale 1”, “Coenobium” e “Gustando il maiale 2”. Una tradizione che viene da lontano, ma che rivive attraverso l’innovazione tecnologica, basti pensare alla Confraternita dell’ordine dei Cavalieri del Tartufo e dei vini di Alba, nata nel 1967 in una trattoria di Grinzane Cavour ed oggi in cerca di adepti su Facebook, come, del resto, fanno in molti, dalla Confraternita Enogastronomica Terre D’Abruzzo alla Confraternita dell’Amarone, che vanta ben 7.180 fan, abbastanza per una Crociata... di gusto.

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