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SE IL PANETTONE E IL PANDORO SONO TUTELATI PER DECRETO, MA SOLO QUELLI DESTINATI ALL’ITALIA ... ALL’EXPORT L’8% DELLA PRODUZIONE NAZIONALE. “FONDAMENTALE LA DIFESA ALL’ESTERO”, COSÌ ROSARIO LOPA (CONSULTA NAZIONALE DELL’AGRICOLTURA)

Viva il pandoro e il panettone, i dolci italiani tipici delle feste più conosciuti ed amati. A stabilire i “disciplinari” di produzione dei due must delle feste, perché possano fregiarsi di tali nomi, è un decreto adottato dai Ministeri delle Politiche Agricole e delle Attività Produttive nel luglio 2005, che ne definisce le caratteristiche minime da rispettare e gli ingredienti da usare. E le linee guida di questo decreto sono state rilanciate dalla Consulta Nazionale dell’Agricoltura nell’operazione “Panettone sicuro 2010”, che ha visto anche la firma di un “Decalogo per la tutela dei dolci natalizi della tradizione Campana e Italiana”.
“In base a questa specifica normativa - ha spiegato Rosario Lopa, rappresentante della Consulta - soltanto i prodotti che rispettano il disciplinare produttivo sancito dal decreto stesso, potranno utilizzare la denominazione riservata “Panettone” e “Pandoro”.
Con la normativa si raggiungerà così un duplice risultato: assicurare la più ampia trasparenza e correttezza del mercato e garantire il consumatore, che attraverso l’etichetta potrà verificare la qualità del prodotto. Tutti gli operatori, dovranno, quindi, rispettare le stesse regole di base, al di sopra delle quali ognuno potrà migliorare le ricette, usando quell'estro e fantasia che da sempre hanno contraddistinto i produttori italiani, sia industriali che artigianali.
La denominazione riservata può costituire il primo passo per ottenere una effettiva tutela dei panettoni e pandori “made in Italy” sui mercati esteri, dove non è raro rilevare casi di contraffazione. Lo auspicano le industrie produttrici italiane, che hanno accolto con grande favore questa normativa anche se, fanno notare, regolamenta esclusivamente i prodotti commercializzati in Italia e non ha effetto sulle produzioni destinate all’esportazione”.
Un fatto importante, visto che l’export assorbe oggi l’8% della produzione italiana di dolci lievitati di ricorrenza natalizia, “ma con una maggiore spinta promozionale e soprattutto con iniziative volte a difendere la qualità dei prodotti”, la percentuale potrebbe salire nei prossimi anni.

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