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Se il pesce è muto, per antonomasia, da domani non potrà più esserlo la sua etichetta, che dovrà indicare, obbligatoriamente, dove il prodotto è stato pescato e come, se allevato, ed il Paese di origine. Lo ricorda Coldiretti Impresapesca

Se il pesce è muto, per antonomasia, da domani non potrà più esserlo la sua etichetta, che dovrà indicare, obbligatoriamente, dove il prodotto è stato pescato e con quale attrezzo o metodologia di pesca o, se allevato, il Paese di origine. Ad annunciarlo è Coldiretti Impresapesca, alla vigilia dell’entrata in vigore delle norme europee sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, che cambieranno le etichette di praticamente tutti i prodotti in commercio, ma anche di quelle relative, appunto, all’etichettatura per la messa in commercio dei prodotti ittici.
Le norme del regolamento sull’Ocm di settore, infatti, prevedono che, anche per il pesce andrà specificato il metodo di produzione (“pescato”, “pescato in acque dolci”, “allevato”), il tipo di attrezzo o metodo usato per la cattura, e la zona di pesca o allevamento.
Novità anche per il prodotto congelato, con l’obbligo di indicarne la data di congelamento o di specificare se è il prodotto è decongelato. Più trasparenza anche nella preparazione: i prodotti, frutto dell’unione di diverse parti, dovranno recare l’indicazione “pesce ricomposto”; allo stesso modo andrà indicata la presenza di proteine aggiunte e la loro origine. Si tratta di maggiori incombenze per i pescatori, conclude la Coldiretti, ma che si traducono in maggiori garanzie di identità del pescato o allevato nazionale che consente di fare scelte di acquisto più consapevoli.

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