Settore più volte indicato come fondamentale per la ripresa economica dell’Italia da molte voci, compresa quella del Presidente del Consiglio Matto Renzi, l’agricoltura conferma la sua importanza, anche economica facendo registrare il maggior aumento nel valore aggiunto nel 2015: +3,8% secondo i dati Istat sul Pil dell’Italia (+0,8%) rispetto a industria (+1,3%), servizi (+0,4%) e costruzioni (in negativo, a -0,7%).
Un’agricoltura che, sottolinea la Coldiretti, “registra un aumento 6 volte superiore alla media nazionale. Ma preoccupano tuttavia i segnali di deflazione che vengono dalle campagne italiane nel 2016 - spiega l’organizzazione agricola - a causa del crollo dei prezzi pagati ai produttori, dal -60%% dei pomodori al -30% per il grano duro, al -21% per le arance rispetto all’anno scorso. Una situazione - continua la Coldiretti - che sta assumendo toni drammatici anche per gli allevamenti, con le quotazioni per i maiali nazionali destinati ai circuiti a denominazione di origine (Dop) che ormai da giorni sono scesi ben al disotto della linea di 1,25 centesimi al chilo che copre appena i costi della razione alimentare. Così come i bovini da carne che sono pagati su valori che si riscontravano 20 anni fa - aggiunge Coldiretti - per non parlare del prezzo del latte, che con il venir meno degli accordi da marzo sarà ancora in balia delle inique offerte dell’industria. Un comportamento, questo, reso possibile dai ritardi nella legislazione comunitaria e nazionale che non obbliga ad indicare la provenienza dei prodotti agricoli utilizzati in etichetta”.
Focus - Il Ministro Martina: “agroalimentare volano della ripresa. Ora avanti con progetto unitario”
“Nel 2015 l’agricoltura ha fatto segnare il più alto aumento di valore aggiunto con un +3,8%, l’export agroalimentare ha toccato la soglia record di 36,8 miliardi di euro con +7,5%, l’occupazione giovanile è aumentata del 16% con oltre 20 mila nuovi posti di lavoro. Numeri che parlano da soli della capacità del settore di essere protagonista. È la fotografia del comparto nell’anno di Expo Milano 2015, un evento nel quale l’Italia ha saputo fare squadra e presentarsi unita. Sono dati che ci incoraggiano e ci dicono che il lavoro che stiamo facendo sta dando frutti, da Campolibero al pacchetto giovani fino al piano di internazionalizzazione del made in Italy. Risultati che tuttavia non ci fermeranno perché sappiamo che ancora molto lavoro si deve fare a partire da alcuni settori agricoli oggi in difficoltà”. Così il Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina sui dati Istat.
“Con questo spirito siamo in campo ogni giorno per favorire la crescita e sostenere il comparto, con tre priorità assolute: tutelare il reddito di chi vive di agroalimentare, favorire il ricambio generazionale e organizzare su basi nuove le nostre filiere eccellenti. Non è un caso - aggiunge Martina - che nella legge di stabilità l’agroalimentare abbia avuto una centralità assoluta: da quest’anno tagliamo del 25% la pressione tributaria sulle aziende, cancellando Irap e Imu sui terreni che da sole valevano 600 milioni di euro. Con lo stesso obiettivo - conclude il Ministro - abbiamo proposto una riforma della nostra organizzazione per approdare a un vero e proprio Ministero dell’Agroalimentare italiano in grado di dare unità e forza al settore. Non si tratta certo solo di un cambio di denominazione, ma di una scelta strategica figlia delle necessità e delle potenzialità del comparto, sempre più attore protagonista decisivo del nuovo modello di sviluppo del Paese”.
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