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LO SCENARIO

Se il successo del vino è sempre più legato a quello che c’è “fuori dalla bottiglia”

Il Forum “Tra nuovi trend e rivoluzioni di mercato” (4 novembre, Verona ) del Consorzio Doc delle Venezie, terra del Pinot Grigio italiano
MERCATO, PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE, TREND, vino, Italia
Un vigneto al tramonto nella foto Pixabay by Pexels

Meno focus sui punteggi e più racconto del territorio: meno occhi e palato dentro al bottiglia (al netto di una qualità del vino che ormai è un requisito base) e più aperti a vedere e raccontare il “fuori bottiglia”, con tutto quello che l’Italia del vino ha da offrire, in termini di bellezza e di paesaggi e storie plasmate da uomini, artigiani, imprenditori e non solo, che, nel tempo, hanno intrecciato la produzione di vino ad arte, ricerca, storia e così via. Messaggio che arriva dal Forum “Tra nuovi trend e rivoluzioni di mercato”, di scena a Verona, il 4 novembre, e firmato dal Consorzio della Doc delle Venezie, guidato da Albino Armani, che tutela e valorizza una delle denominazione più importanti del vino italiano, incardinata sul Pinot Grigio, di cui rappresenta l’85% della produzione a livello italiano, il 43% del vigneto mondiale dedicato a questa varietà (26.000 ettari tra Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia), e con quota export del 95%, di cui il 44% in Usa e Canada, il 27% in Uk ed il 10% in Germania.
Un vino, il Pinot Grigio delle Venezie, con il vento in poppa, e con imbottigliamenti in crescita, a settembre 2023, del +10%, per 1,1 milioni di ettolitri finiti in bottiglia. Ma anche una denominazione dai volumi importanti, che non può non guardare ai macrotrend di mercato, a partire dalla crescita dei vini “no e low alcol”,
e che rispondendo al cambiamento degli stili di vita, sempre più attenti alla salute, colgono anche un’opportunità di mercato. Perchè, come ricordato da Sandro Sartor, alla guida di Ruffino e del ramo europeo di Constellation Brands, ed anche consigliere del Consorzio delle Venezie e presidente “Wine in Moderation”, “i consumi si modificano anche in base agli stili di vita, assunto vero in ogni ambito e che lentamente si sta ripercuotendo anche sul consumo del vino, prodotto storicamente più lento a recepire cambiamenti, in particolare, nel nostro “Vecchio mondo”. Se, negli Anni Ottanta/Novanta del Novecento, abbiamo vissuto un aumento di consumi di bevande “light o diet” e, in anni più recenti, abbiamo visto come il mondo della birra ha saputo cavalcare il segmento low alcol, è facile immaginare per i prossimi anni un trend di crescita, anche nel mondo vino, verso un consumo di prodotti considerati salutari e, quindi, a basso contenuto alcolico”.
Un focus importante, per la denominazione, sono gli Usa, visto il peso che il mercato americano rappresenta per il Pinot Grigio delle Venezie, e dove una bottiglia di questo varietale su cinque, è made in Italy. E dove, dopo la Pandemia, “il mercato del vino negli Stati Uniti sta cambiando: i consumatori moderano il consumo totale di alcol e ampliano il loro repertorio di bevande quando scelgono di consumare alcol”, ha sottolineato Lulie Halstead, founder Wine Intelligence, e non-executive Director Iwsr, International Wine & Spirits Research.
Un quadro complesso, dunque, anche per un vino come il Pinot Grigio italiano, che ha tutte le caratteristiche dei vini che vanno per la maggiore ora, sul mercato (approccio friendly, semplicità di beva, gradazione alcolica contenuta e freschezza, per esempio), come testimoniato anche dai dati di Vivino, app e wine community che conta 65 milioni di utenti nel mondo, come raccontato da Kristi Paris, head of global partnership in Vivino, e che, per distinguersi dal resto del Pinot Grigio nel mondo, soprattutto negli Stati Uniti, che ne sono grandi produttori a loro volta, deve esaltare la sua territorialità attraverso il racconto dei luoghi in cui nasce e viene prodotto, anche per conquistare i più giovani, meno influenzati da critica e punteggi e più attenti a storie ed esperienze, come evidenziato da David Gluzman, ceo Wine Folly. Un quadro su cui si confronterano, tra gli altri, Luca Rigotti, al vertice del Gruppo Mezzacorona e coordinatore del Settore Vitivinicolo di Alleanza delle Cooperative e del Copa-Cogeca, Herbert Dorfmann, europarlamentare e membro della Commissione Agricoltura e Sviluppo Rurale, Francesco Liantonio, presidente Triveneta Certificazioni, Riccardo Velasco, direttore Crea, Felicity Carter , co-founder “Business of Drinks”.

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