Aprire i palazzi storici ad appuntamenti enogastronomici, facendo incontrare così le ricchezze e le unicità del Belpaese in appuntamenti unici. L’idea non è poi così originale, in Francia, in alcune sale del Louvre, è realtà già da tempo, ma in Italia continuano a resistere sacche di resistenza e pregiudizio, a volte comprensibile, a volte meno. L’ultimo caso riguarda gli Uffizi di Firenze: un documento interno, i cui contenuti sono arrivati all’orecchio della stampa, prevede un tariffario per le concessioni occasionali di spazi museali del Polo Fiorentino a privati, tanto che i giornali hanno parlato di un’apertura all’accostamento tra Uffizi e cibo. Circostanza prontamente smentita da Antonio Godoli, direttore del Dipartimento Architettura e Allestimenti Museografici della Galleria degli Uffizi e direttore del Museo di Orsamichele. Come se, più che un’opportunità, utile anche all’arte, si trattasse di una minaccia da sventare ...
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