La crisi vista con la lente dei numeri dell’agroalimentare, appare ancora più grave di quanto non si percepisca, ma almeno un aspetto fa segnare performance incoraggianti, pur con le dovute controindicazioni: è la spesa online, che nel 2013 è cresciuta del 18%, a quota 132 milioni di euro, a gettare una flebile luce sul settore, come evidenziano i dati dello studio Agriventure/Campagna Amica. I margini di crescita sono ampissimi, certo, ma l’alimentare ad oggi pesa soltanto per l’1,2% sul fatturato complessivo dell’e-commerce italiano, la percentuale più bassa dell’Unione Europea.
Gli italiani hanno preferito fino ad ora usare internet per acquistare elettronica (5%), assicurazioni (6%), turismo (24%) e soprattutto per il tempo libero (57%). Il potenziale di crescita per il cibo in Italia è quindi enorme, con oltre il 29% degli italiani che dichiara comunque di fare ricerche sul web per confrontare prezzi e caratteristiche dei cibi, secondo l’analisi Coldiretti/Censis. A frenare la vendita di alimentari on line, spiega la Coldiretti, sono soprattutto la deperibilità dei prodotti in vendita e le preoccupazioni per le caratteristiche qualitative. In questo contesto però un vero boom si sta registrando per le prenotazioni on line per acquisti di prossimità anche direttamente dal produttore a chilometri zero, che consentono di verificare direttamente le condizioni di produzione. Una operazione che viene spesso fatta attraverso gruppi di acquisto, i cosiddetti Gas, formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose.
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