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Se l’Italia ha candidato l’arte della pizza e dei pizzaioli a Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, il Belgio sceglie la birra e la cultura birraia, simbolo di un’identità unificatrice in un Paese in cui si parlano tre lingue differenti

Se l’Italia ha candidato l’arte della pizza e dei pizzaioli a Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, il Belgio sceglie la birra, che Bruxelles ha deciso di portare alle Nazioni Unite il dossier su uno dei simboli della gastronomia del Paese, forse il più conosciuto ed apprezzato nel resto del mondo.
Il Belgio, in realtà, vorrebbe che venisse riconosciuta la tipicità della produzione della birra locale e quella della cultura che le sta intorno, evidenziando come l’attività di lavorazione della birra incoraggi una identità unificatrice in un Paese con tre lingue ufficiali (fiammingo, francese e tedesco).
Secondo i dati dell’Associazione Commerciale dei Birrifici Belgi, infatti, nel Paese hanno sede 200 birrifici, che producono 1.500 tipi di birra, oltre a ben 30 musei dedicati al mondo delle trappiste e non solo. La decisione dell’Unesco, sull’ammissibilità del dossier, è attesa per la prossima settimana, quando la commissione dedicata al “patrimonio intangibile” si riunirà ad Addis Abeba per deliberare.

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