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Se la cucina italiana è riuscita a conquistare il cuore degli americani, è sicuramente anche merito del ristorante “Le Cirque”, di Sirio Maccioni che, da 40 anni, fa innamorare gli abitanti di New York della buona cucina made in Italy

Non Solo Vino
Sirio Maccioni con Paul Bocuse

Come è cambiata la cucina italiana in America? 40 anni fa a New York spopolava la cuisine francese, ed i primi ristoranti che proponevano enogastronomia made in Italy si limitavano ad un’insegna con la scritta “Ristorante Italiano” e ad imbastire cibi “simil italiani” con le materie che l’America di allora forniva loro. Fu proprio in quella New York di 40 anni fa che un italiano, Sirio Maccioni, decise di aprire un proprio ristorante, dove avrebbe voluto (un giorno) offrire il meglio della cucina italiana, ma che decise di chiamare con un nome francese: “Le Cirque”. A 40 anni dall’apertura, Maccioni (che festeggerà l’anniversario il 15 ottobre) racconta la storia del suo ristorante nella 65ma Strada di Manhattan, dove sono passati artisti del calibro di Frank Sinatra, Robert De Niro, Henry Kissinger, Woody Allen, i Presidenti Usa Jimmy Carter, Bill Clinton, Bush Sr e Ronald Reagan e il Papa Giovanni Paolo II, e di come la cucina italiana è entrata nel cuore degli americani.
“La differenza 30 anni fa, la facevano - confessa Maccioni - le materie prime che ogni ristorante aveva, ora i prodotti “veri italiani” si trovano anche a New York, quindi la qualità della cucina dipende dello chef, non solo dalle materie prime. Anche se - continua - mi vanto di aver portato per primo qua, alcuni ingredienti dall’Italia, come il tartufo bianco, che un critico culinario di New York definì “una strana patata che puzzava”. La cosa che contraddistingue davvero “Le Cirque” dagli altri ristoranti ora è l’attenzione che abbiamo per il cliente. E noi sappiamo che è un cliente sempre più informato e attento a quello che mangia e, quando sceglie un ristornate, distingue tra la cucina buona e quella cattiva. Chi va nei ristoranti non chiede “cosa c’è di nuovo”, ma “cosa c’è di buono”.
“Le Cirque” è stato anche tra i primi a New York ad inserire molti vini italiani nei menu, tanto che ora il 50% della carta dei vini parla italiano. Antinori - ricorda Maccioni - mi mandò il Tignanello 1971. In America ce l’avevo solo io. I vini italiani sono - avverte - buonissimi, ma per continuare ad esportare in America bisogna smettere di pensare che qui i consumatori non ne capiscano niente di vino. Bisogna addentrarsi nei mercati senza presunzione. E per un ristorante è la stessa cosa: per fare bene deve proporre cucina buona e vera, lasciando perdere esperimenti troppo artificiosi e dare al cliente cose davvero buone da mangiare”.
“40 anni fa la ristorazione italiana a New York - racconta l’“operaio della comunicazione” e amico di Maccioni, Gianni Mercatali - era identificata con spaghetti, fiasco e mandolino, e Maccioni è riuscito, con calma e sapienza, ad introdurre piatti italiani nei suoi menu, proponendoli ad alti livelli e facendo apprezzare la nostra cucina. Anche per quanto riguarda i vini, è stato un pioniere dei vini italiani in carta. Quello di “Le Cirque” è stato (ed è) un contributo fondamentale all’enogastronomia italiana e per la sua conquista del mercato e dei palati americani”.

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