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Se la lotta contro l’obesità partisse dal piatto? Secondo il designer lituano Nauris Cinovics il vero nemico non è il cibo, ma l’appetito. Così ha inventato il piatto anti - abbuffate: convesso, inganna l’occhio e ci fa credere di mangiare di più

Non Solo Vino
Il piatto anti abbuffata pensato dal designer lituano Nauris Cinovics

E se il problema del mangiare troppo fosse il piatto? Gli ultimi dati disponibili mostrano che più del 35% degli italiani è sovrappeso, e che una persona su 10 è obesa. E visto che diversi studi dimostrano che la dieta mediterranea è la più sana da seguire, grazie alla varietà dei cibi che la compongono, forse allora il trucco sta nel cambiare le stoviglie in cui si mangia. L’idea è venuta, come si legge su Repubblica.it (www.repubblica.it), al designer lituano Nauris Cinovics, inventore di un piatto che inganna l’occhio, dando l’impressione di mangiare di più. Una soluzione che potrebbe aiutare a sentirsi pieni mangiando di meno, e che è stata accolta con entusiasmo da una platea di esperti al recente European Congress on Obesity di Porto.

Secondo il giovane lituano il vero nemico nella lotta con i chili di troppo non è il cibo, ma l’appetito. Come spiega Cinovics, mangiare è troppo facile: oggi il cibo è abbondante, e se non ci si presta attenzione ci si trova a ingurgitare un pasto in pochi minuti. Molto meno di quanto impiega in realtà il cervello per accorgersi che è il momento di sentirsi sazi. Da qui l’idea: rendere più faticoso il pasto può aiutare a mangiare meno, e darci più tempo per riflettere sulle nostre abitudini alimentari errate. Nasce così il piatto anti - abbuffate: convesso, e modellato con un andamento ondulato che aiuta a trattenere il cibo (che altrimenti franerebbe dal centro della stoviglia) e complica ulteriormente il consumo del pasto.


“Attualmente - afferma Cinovics - si tratta ancora di un prototipo. Ma presto inizierò a testarne l’efficacia: penso a esperimenti di un paio di settimane, in cui dei volontari metteranno alla prova i miei piatti confrontandoli con quelli tradizionali, annotando la quantità di cibo consumata in una giornata. Spero di pubblicare i risultati di questa ricerca entro la prossima estate”.

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