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SE LA WEB REPUTATION CONTA PIÙ DEL CURRICULUM: IN AMERICA LO DICONO STUDI E RICERCHE, IN ITALIA IL MONDO DEL VINO PUNTA SULLA CREATIVITÀ DELLA RETE PER CONQUISTARE I WINE LOVERS. IL VINO AI TEMPI DI FACEBOOK AL CENTRO DEL “PORTO CERVO WINE FESTIVAL”

Oltreoceano studi e ricerche lo dicono già: oggi più del curriculum, conta la “web reputation”. In Italia c’è ancora molto da fare per comprendere appieno le potenzialità della rete, ma c’è un settore, quello del vino, “sociale” e conviviale per sua stessa natura, in cui qualcosa si muove. Anzi, molto. Perché su internet le cantine scoprono una nuova creatività, più o meno illimitata, su cui investire conviene (fino al 50% del budget destinato alla comunicazione) per accrescere la propria reputazione, prima ancora che per vendere. Sul “Vino ai tempi di Facebook” si sono confrontati esperti del settore in un workshop, moderato e condotto dal giornalista del Tg2 Bruno Gambacorta, di scena al “Porto Cervo Wine Festival” (info: www.portocervowinefestival.com), per capire come social network e web marketing possono aiutare piccoli e grandi produttori a farsi conoscere e a conquistare la grande “community” degli amanti del buon bere.
“La rete permette di essere più produttivi, comunicare quello che vogliamo, quando vogliamo, senza intermediari, e, soprattutto, dare una risposta alla domanda “che cosa pensa la gente di me?””, ha spiegato Elisabetta Tosi, wine blogger (vinopigro.it) e consulente di web marketing, secondo la quale “ci vuole tempo, ma costruirsi una web reputation è fondamentale. E il vino, in questo, ha una marcia in più: è un prodotto ideale per i nuovi mezzi di comunicazione, e per il suo carattere, prima di tutto, “sociale”, sembra fatto apposta per i social network”. Che non sono un canale di vendita, “ma di personalizzazione - ha sottolineato Luciano Pignataro, giornalista enogastronomico de “Il Mattino” e curatore del website www.lucianopignataro.it - è bravo il produttore che cura di persona la comunicazione sul web e si confronta con i suoi appassionati. Tuttavia, il fenomeno dei social network, ad oggi, in Italia, non ha numeri tali da ripercuotersi necessariamente nelle vendite di un vino”.
Ma è proprio attraverso il contatto diretto con i consumatori, che il web permette oggi di arrivare dove prima non si poteva. “Prima se le aziende non erano presenti su guide e carta stampata non avevano visibilità - secondo Slawka G. Carso, docente di marketing del vino alla Luiss Business School e curatrice del blog www.marketingdelvino.it - oggi, invece, con la rete una cantina potenzialmente può arrivare in tutto il mondo. La cosa fondamentale è creare un dialogo con l’appassionato, stimolando, da un lato, la sua voglia di condividere esperienze e raccontarle attraverso i social network, e, dall’altro, raccontarsi come produttori in prima persona. Non si tratta più di vedere se il consumatore recepisce solo con l’acquisto, perché l’appassionato ha a disposizione tanti modi per replicare, scrivendo recensioni di vini, pubblicando foto, diventando lui stesso creatore di contenuti”.
Nella creatività che è possibile sperimentare nell’universo del web, le cantine trovano nuovi strumenti ed idee per stringere contatti con i consumatori, come dimostrano, tra l’altro, alcuni dei migliori website delle aziende italiane per “Cantine in web”, l’annuale classifica stilata da WineNews. “Attraverso la rete comunichiamo il nostro work in progress, dalla vigna alla cantina, fino al mercato, seguendo la vita di un filare - sottolinea Antonio Guerra, area manager della griffe Rocca delle Macìe - prima questo non era possibile, oggi abbiamo una figura come la nostra addetta marketing che si occupa di seguire sempre di più anche il web. E, a livello di budget per la comunicazione, si può arrivare a destinare il 50% a quella “tradizionale”, e il 50% a quella sulla rete, perché sono complementari”. “Noi abbiamo investito molto sul nostro website - spiega Elia Onnis, responsabile commerciale Italia di Argiolas - consapevoli che sta diventando lo strumento fondamentale per comunicare con il mondo in modo facile e veloce. Abbiamo anche creato una pagina Facebook per permettere ai consumatori di parlare con l’azienda, e soddisfare la loro curiosità. E per far sì che diventino una community, per esempio, un Qr code sulle nostre bottiglie permette all’eno-appassionato di dire “io c’ero” ad un evento della cantina comunicandolo su Facebook”. E i risultati degli investimenti sul web si vedono: “abbiamo moltissimi contatti - sottolinea Giorgio Polegato, presidente di Astoria Vini - non solo di giovani, ma trasversali, di persone che ci seguono e ci chiedono di essere informate di tutte le nostre iniziative. E’ un investimento che cresce ogni anno, proprio perché i riscontri ci sono, e, negli ultimi anni, vi abbiamo destinato quasi il 30% del nostro budget promozionale”.
Un investimento che ha anche ricadute occupazionali, perché, per presidiare la rete, sempre più cantine hanno una figura ad hoc, formata all’interno dell’azienda, “con particolare attenzione ai giovani, i cosiddetti “nativi digitali” - ha concluso Slawka G. Carso - perché sono coloro che hanno maggiore dimestichezza con web e social network, avendo vissuto tutte le fasi del loro sviluppo, e quindi in grado di seguirne le continue e veloci evoluzioni”, anche con nuove idee - come dimostra, per esempio, la case history di Daniele Cirsone, classe 1984, giovane ideatore di Movinclick, social network sul vino presto on line, dove è possibile creare un avatar a partire dalla propria professione reale nel mondo del vino, e vivere una sorta di secondo life - e permettendo al mondo del vino di stare sempre al passo con i tempi.

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