SE TRA I “BUONI” PROPOSITI PER IL NUOVO ANNO CI FOSSE, MALAUGURATAMENTE, QUELLO DI CONCEDERSI QUALCHE BICCHIERE IN MENO, UN “AIUTINO” POTREBBE ARRIVARE ANCHE DAL FISCO. IN ARRIVO AUMENTI SOSTANZIOSI SULLE ACCISA DI BIRRA, SPIRITI ED “INTERMEDI”

Se tra i “buoni” propositi per il nuovo anno ci fosse, malauguratamente, quello di concedersi qualche bicchiere in meno, un “aiutino” potrebbe arrivare anche dal fisco. Già, perché nonostante scongiuri vari e, soprattutto, la tesi sostenuta, dati alla mano, dalle organizzazioni di categoria, Federvini in primis, sull’inefficacia della misura per fare cassa, dal primo gennaio scatteranno gli aumenti sulle accise di birra, spiriti e prodotti alcolici intermedi. Per il vino, che non paga accise salvo alcune tipologie, non cambia nulla, e questa è una buona notizia. Ma per tutto il resto del beverage alcolico gli aumenti ci sono, e non sono di poco conto. Il percorso è un po’ farraginoso e prevede diversi step: un primo passo è avvenuto a ottobre, il secondo sarà il 1 gennaio 2014, ed ancora il 1 marzo 2014, quando la birra pagherà 2,76 euro ad ettolitro, che diventeranno 3,03 euro dal 1 gennaio 2015.

Identiche tappe per i prodotti intermedi (è il caso del Marsala): sconteranno, da marzo 2014, un’accisa di 80,66 euro ad ettolitro, che diventerà di 88,40 euro nel 2015. E per gli spiriti che passeranno a 941,94 euro per ettanidro (ettolitro di alcol a 100 gradi) in marzo 2014, e a ben 1.032,46 euro da gennaio 2015.

Certo, meno boccali, bicchieri e “cicchetti” saranno consumati, e minore sarà il gettito fiscale garantito dalla misura. Che, dal momento che i consumi di bevande alcoliche sono in generale calo, sembra nascere già depotenziata (sarebbe il primo caso in cui un aumento di imposta su un prodotto ne fa crescere i consumi) rispetto agli obiettivi.