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Sembra arenato sul fronte dell’agroalimentare e delle Indicazioni Geografiche il cosidetto “accordo di libero scambio” Usa-Ue, alias “Transatlantic Trade and Investment Partnership” (Ttip), dopo l’incontro tra Ciolos (Ue) e Vilsack (Usa)

Sembra arenato sul fronte dell’agroalimentare il cosidetto “accordo di libero scambio” Usa-Ue, alias “Transatlantic Trade & Investment Partnership” (Ttip), nel quale tantissime imprese europee e italiane, ma anche americano, confindano per un rilancio pià concreto dell’economia, visto il peso reciprono che i due mercati rivestono. Nei giorni scorsi a Bruxelles è andato in scena il round n. 6 dei negoziati, da cui pare emergere, però, una certa frattura proprio su agricoltura e agroalimentare.
“Al pari degli americani, che affermano che non ci sarà un accordo per la liberalizzazione del commercio Ue-Usa (Ttip) senza un capitolo agricolo, io ho detto chiaramente che da parte dell’Ue non si sarà un accordo Ttip senza le indicazioni geografiche”. Così il Commissario Europeo all’Agricoltura uscente Dacian Ciolos, dopo l’incontro con il Segretario di Stato all’agricoltura Usa, Tom Vilsack. Il messaggio lanciato agli Usa é che “se si vuole avanzare verso un accordo Ttip bisogna avere un approccio pragmatico e cominciare a discutere di elementi concreti: si deve smettere di tenere delle posizioni ironiche nei confronti delle indicazioni geografiche senza sapere di cosa si tratta, e non si può accettare che negli Usa si utilizzi impropriamente, ad esempio, il termine Parmigiano con accanto la bandiera italiana o il termine Feta accompagnato dalla bandiera greca e così via”.
L’impressione di Ciolos é che “politicamente il messaggio sia passato che non si può avanzare senza un accordo sulle indicazioni geografiche. Ho spiegato anche agli Usa - ha aggiunto - che non ci sarà liberalizzazione nei settori sensibili come ad esempio quello delle carni. Inoltre gli europei non vogliono delle carni agli ormoni e non vedo perché dovremmo fare delle concessioni su questo, non vogliono neppure gli steroidi come la ractopamina, o gli Ogm. Noi abbiamo regole chiare e non prevediamo di ridurre i nostri standard. Insomma - ha concluso - ho messo dei limiti chiari nei quali negoziare”.

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