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SEMINATO MAIS OGM IN FRIULI. DE GIROLAMO: “SITUAZIONE DA NON SOTTOVALUTARE, SENZA COESISTENZA LA SEMINA DI OGM NON È PERMESSA”. COLDIRETTI: COMMENTO DEL MINISTRO CONFERMA ILLEGALITÀ DI SEMINE BIOTECH. SLOW FOOD: “GIORNATA NERA PER IL SENSO DEL PAESE”

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Mais ogm

Seminati Organismi Geneticamente Modificati (Ogm) in Friuli Venezia Giulia. “Quanto avvenuto non è assolutamente da sottovalutare. In ogni caso è fondamentale ribadire che se non si verificano prima le condizioni di coesistenza, ogni semina di organismi geneticamente modificati non è permessa. Ho già dato disposizioni affinché il Corpo Forestale dello Stato, in accordo con le competenti autorità regionali, si accerti della natura delle sementi utilizzate in modo da assumere i provvedimenti del caso”. Così il Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo sulla vicenda della semina di mais Ogm. Per Coldiretti il positivo e tempestivo commento del Ministero conferma l’illegalità delle semine biotech in Italia a tutela della produzione agricola nazionale e degli interessi dei cittadini italiani che in stragrande maggioranza si oppongono alle coltivazioni geneticamente modificate. E Slow Food denuncia: “Ogm seminati senza che le autorità abbiano mosso un dito. È stata una giornata nera per il senso stesso di questo Paese, oltre che per il senso delle istituzioni locali e nazionali.

La non definitiva risoluzione della vicenda Ogm, sottolinea Coldiretti, va però avanti ormai da troppo tempo e questa deve essere l’occasione per chiudere definitivamente una questione sulla quale cittadini, agricoltori, rappresentanze economiche e sociali, regioni ed il Parlamento si sono espressi già tantissime volte. Si chiede quindi al Governo il completamento della procedura di adozione della clausola di salvaguardia come peraltro già sollecitato da tutti i gruppi parlamentari al Senato con una mozione votata all’unanimità e come già fatto da tempo da diversi Paesi Non va dimenticato, conclude la Coldiretti, che sulla base dell’indagine Coldiretti-Swg quasi 7 italiani su 10 considerano gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali: una motivazione in più che va a rafforzare l’esigenza di garantire l’agricoltura e il territorio da forme di inquinamento genetico e assicurare la competitività delle nostre produzioni tradizionali e di qualità.

Anche per Slow Food si tratta di una questione grave: “è incredibile che il Presidente della Regione - sottolinea Roberto Burdese, presidente Slow Food Italia - non abbia compreso la gravità di un gesto come questo (chiaramente una provocazione, vista la piccola dimensione del terreno seminato) e si sia predisposta la presenza delle forze dell’ordine solo per timore di proteste da parte di fronti non favorevoli agli Ogm. Inoltre, troviamo molto grave, alla luce di quanto è accaduto, che il Governo, benché sollecitato da un voto unanime del Senato, non abbia ancora esercitato la clausola di salvaguardia. C’è un settore della nostra economia che non va male come tutto il resto, ed è l’agroalimentare, con le ricadute positive anche sul turismo. Questo episodio frutto dell’iniziativa di pochi mette a rischio tutto questo patrimonio. Cosa ci vuole perché i politici si decidano a fare il loro dovere?”. Esterrefatto, spiega Slow Food, anche Carlo Petrini, presidente Slow Food: “un patrimonio storico come quello delle varietà di mais del nordest subisce oggi un gravissimo attacco con il placet di coloro che dovrebbero tutelarlo per ruolo istituzionale. Si annuncia un reato, si commette sulla pubblica piazza, gli autori lo commentano in conferenza stampa e questo sembra non turbare né le coscienze dei cittadini né il senso del dovere dei politici”. Cinzia Scaffidi, direttore del Centro Studi Slow Food, aggiunge: “oggi il mondo della biodiversità è stato sconfitto dall’ignoranza e dall’ignavia, oltre che dall’incompetenza politica. E questa è la migliore delle ipotesi, perché il sospetto che sia stato sconfitto anche dalla volontà di lucro e dalla potenza delle grandi aziende sementiere è tutt’altro che peregrino. Stupisce che tutto ciò accada nel momento in cui sia la Regione che il Ministero dell’Ambiente sono affidati a esponenti di un partito che dichiara di avere valori antitetici a quelli delle multinazionali dei semi e degli Ogm”.

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