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SEMPRE SEXY E IN SALUTE, MA IN CRISI: NEL 2010 -10% LA PRODUZIONE DI FRAGOLE IN ITALIA . A DIRLO UN’INDAGINE IBIMET PER “DEMETRA”, KERMESSE DELLE FRAGOLE, DI SCENA A CAMAIORE (21/23 MAGGIO)

Sexy, ma in crisi: la fragola è il frutto più sensuale per gli italiani, secondo un’indagine dell’Istituto di Biometeorologia (Ibimet) del Consiglio Nazionale delle Ricerche che, se da un lato mette nero su bianco un archetipo diffusissimo, dall’altro registra le difficoltà di un comparto, come quello della fragolicoltura, che sta perdendo terreno. I dati raccolti in occasione dell’edizione 2010 di “Demetra. Mostra della fragola, dei fiori e dei prodotti della nostra terra”, di scena dal 21 al 23 maggio, a Camaiore (Lucca), uno dei territori d’elezione di questo frutto nel Belpaese, evidenziano che in Italia “solo” 3.500 ettari sono specializzati nel 2010 nella coltura delle fragola (erano oltre 4.300 nel 2000/2001) con una flessione, rispetto al 2009, del 7% e un calo di produzione del 10% (dati Centro Servizi Ortofrutticoli).
Produzione storica e d’eccellenza del ricco paniere orticolo e floricolo della Provincia di Lucca, nonostante il progressivo ridimensionamento delle produzioni e degli ettari specializzati nella coltivazione, la Versilia si conferma una delle aree dove la fragola non è solo sexy, ma anche in salute. Un dato chiave nella lettura del fenomeno che si riflette però molto più pesantemente sul quadro della Regione Toscana, dove le superfici dedicate alla fragolicoltura sono quasi dimezzate tra il 2008 e il 2009, passando dai 199 ettari a 100 ettari (dati Istat), e la produzione totale è scesa dalle quasi 17.000 tonnellate del 2006 a poco più di 13.000 del 2009.
Nella Provincia di Lucca, tra i territori a maggior vocazione, l’erosione delle superfici specializzate, se pur progressiva negli anni, è stata molto contenuta: 28 ettari nel 2009 contro i 29 del 2008 (erano 35 nel 2005), mentre il rapporto superficie coltivata-produzioni è addirittura in aumento (3.745 quintali contro i 3.450 del 2008, e i 3.850 del 2005) per effetto del sorprendente adattamento delle nuove generazioni di fragolicoltori che ha visto al fianco della sperimentazione di nuove tecniche di coltivazione, come il fuori suolo (che permette la raccolta anche nei mesi di settembre e ottobre), l’utilizzo di tecnologie a ridotto impatto ambientale, come il recupero delle acque utilizzate per l’irrigazione, e l’introduzione di insetti utili per debellare gli infestanti (api o bombi per l’impollinazione naturale e relativa allegazione). La Versilia, ed in particolare la zona del camaiorese e di Capezzano Pianore, rappresenta una piccola rarità, dove non si registrano al contrario di altre aree, rispetto al 2009, variazioni importanti sul fronte del numero di aziende - 60 le imprese presenti tra Viareggio, Camaiore, Pietrasanta e Massarosa - e della produzione, intorno ai 1.000 quintali, pari a quasi un terzo della produzione provinciale, con 24.000 piante.

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