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RISTORAZIONE E RIPARTENZA

Servizio al tavolo anche a cena al chiuso dal 1 giugno, e dal 15 ripartono i matrimoni

Le misure del Governo: riduzione progressiva del coprifuoco, abolito dal 21 giugno. Coldiretti: “riaperture in estate valgono 30 miliardi di euro”
Coldiretti, COVID, GOVERNO, RIAPERTURE, RISTORAZIONE, Non Solo Vino
Ristorazione e ripartenza, si allentano le restrizioni anti-Covid

Come anticipato ieri, con il migliorare del quadro pandemico e l’avanzamento della campagna vaccinale, il Governo, dopo il Consiglio dei Ministri, accelera con le riaperture e gli allentamenti delle misure restrittive, che aiuteranno anche la ripartenza della ristorazione, tra i settori più colpiti, e al centro del nuovo decreto, che sarà emanato nelle prossime ore.
La novità più rilevante per il settore, è quella che prevede che dal 1 giugno nelle zone gialle (attualmente tutta Italia), sarà possibile consumare cibi e bevande all’interno dei locali anche oltre le ore 18, fino all’orario di chiusura previsto dalle norme sugli spostamenti, ovvero dal “coprifuoco”, che sarà inizialmente spostato alle ore 23, poi dal 7 giugno alle ore 24, per poi essere abolito completamente dal 21 giugno. Dal 22 maggio, ancora, tutti gli esercizi presenti nei mercati, centri commerciali, gallerie e parchi commerciali potranno restare aperti anche nei giorni festivi e prefestivi. Altra novità importante per il settore della ristorazione e del vino è quella che riguarda matrimoni e ristoranti: dal 15 giugno, spiega il Governo saranno possibili, anche al chiuso, le feste e i ricevimenti successivi a cerimonie civili o religiose, tramite uso della “certificazione verde”.
Misure che, insieme al già eliminato obbligo di quarantena per i turisti che arrivano dall’Ue, dovrebbe dare ossigeno al settore.
“Con la riapertura totale della ristorazione al chiuso e all’esterno dal primo giugno si prepara una estate a tavola da 30 miliardi di euro nei 360.000 bar, ristoranti, pizzerie ed agriturismi aperti lungo tutta la Penisola”, sostiene la Coldiretti, nell’incontro “L’Italia torna contadina nel tempo del Covid” con gli interventi tra gli altri di Stefano Patuanelli Ministro delle Politiche Agricole, Massimo Garavaglia, Ministro del Turismo, Roberto Speranza Ministro della Salute e Maurizio Martina Vicedirettore Fao, assieme al presidente della Coldiretti Ettore Prandini.“A beneficiarne - sottolinea Coldiretti - è a cascata l’intero sistema agroalimentare con ben oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti dall’inizio della pandemia. Si stima che 330.000 tonnellate di carne bovina, 270.000 tonnellate di pesce e frutti di mare e 220 milioni di bottiglie di vino non siano mai arrivati nell’ultimo anno sulle tavole dei locali costretti ad un logorante stop and go senza la possibilità di programmare gli acquisti anche per prodotti fortemente deperibili. La drastica riduzione dell’attività ha pesato infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato di sbocco. In alcuni settori come quello ittico e vitivinicolo la ristorazione rappresenta addirittura il principale canale di commercializzazione per fatturato e ad essere stati più colpiti sono i prodotti di alta gamma”.
Al risultato economico ed occupazionale si aggiunge la salvezza delle specialità dell’enogastronomia locale, dai formaggi ai salumi fino ai dolci che rischiavano di scomparire per la mancanza di sbocchi di mercato con l’assenza di turisti e la chiusura di ristoranti e agriturismi. Il via libera del Governo era atteso infatti - precisa la Coldiretti - anche per sostenere il turismo nazionale e straniero dopo lo stop alla quarantena da Paesi Ue dell’area Schengen, da Gran Bretagna e da Israele, oltre ai voli Covid free dagli Stati Uniti. Il cibo infatti - continua la Coldiretti - è diventato la voce principale del budget delle famiglie in vacanza in Italia con circa un terzo della spesa di italiani e stranieri destinato alla tavola per consumare pasti in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per street food o specialità enogastronomiche, senza dimenticare i souvenir. Lo stesso cibo che rappresenta per molti turisti la principale motivazione del viaggio in Italia, che è il solo Paese al mondo che può contare primati nella qualità, nella sostenibilità ambientale e nella sicurezza della propria produzione agroalimentare che ha contribuito a mantenere nel tempo un territorio con paesaggi di una bellezza unica”.
La spesa in vacanza per il cibo lo scorso anno per la pandemia Covid - sottolinea la Coldiretti - è scesa del 58%, il minimo da almeno un decennio, e gli effetti si sono fatti sentire sull’intera filiera agroalimentare dove sono coinvolte 70.000 industrie alimentari e 740.000 aziende agricole lungo la filiera impegnate a garantire le forniture per un totale di 3,6 milioni di posti di lavoro.

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