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SETTE ITALIANI SU DIECI AMANO LE SAGRE PAESANE DEDICATE AL CIBO: CARNI E SALUMI I PIU' FESTEGGIATI, PER UN BUSINESS CHE SFIORA I 5 MILIARDI DI EURO

Agli italiani piacciono le sagre e più in generale le feste di paese: amano frequentarle soprattutto per acquistare o degustare prodotti dell'enogastronomia locale, spendendo nel 90% dei casi una cifra non superiore ai 30 euro. Secondo un sondaggio della Coldiretti sarebbe questo l'identikit delle preferenze di una parte consistente dei vacanzieri italiani, almeno in quest'agosto 2006, caratterizzato da tempo incerto su molte spiagge.
Dai dati del sondaggio emergerebbe un fenomeno dai rilievi considerevoli, anzi "un vero e proprio boom che sarebbe il frutto dell'esigenza di ristabilire un rapporto più diretto con il cibo, la cultura e le tradizioni territoriali, soprattutto nel momento delle vacanze estive, quando si moltiplicano le iniziative di valorizzazione dei prodotti locali con feste organizzate in tutta Italia, nei piccoli e grandi centri". Peraltro dai contorni economici interessanti, visto che nel nostro Paese il fatturato stimato delle vacanze enogastronomiche dovrebbe raggiungere quest'anno i 5 miliardi di euro.
Eventi quindi con un giusto mix di folklore e territorio riconducibili ad appuntamenti consolidatisi nel tempo, caratterizzati da denominazioni semplici e dirette, come ad esempio Festa dell'Asparago, Sagra del Vino, Fiera di Primavera o anche Sagra del Pomodoro. Ma c'é di più: i prodotti più festeggiati negli appuntamenti agostani del gusto sono nell'ordine: carne e salumi (20%), pasta fresca (16%), frutta e verdura di stagione (15%), pane, grano e biscotti (12%), olio e vino (10%), pesce (8%) e formaggio (4%).
La maggior parte delle sagre di agosto si concentra nel Centro Italia (50%), seguito dal Mezzogiorno e Isole (30%), mentre solo il 20% delle manifestazioni si svolge al Nord. La tradizione italiana delle sagre deve il suo successo anche alla tradizione particolarmente fertile offerta dai paesi dello stivale alle produzioni di qualità. Non a caso, viene ricordato, nel territorio di 3 comuni con meno di 5 mila abitanti su 4 sono presenti allevamenti destinati a produrre formaggi o salumi italiani a denominazione di origine (Dop), mentre nel 60% dei piccoli comuni si trovano gli uliveti, dai quali si ottengono i 37 oli italiani a denominazione protetta.

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